LA RICHIESTA DI CONDANNA CHOC CONTRO MARINE LE PEN: DI COSA È ACCUSATA E PERCHÈ RISCHIA L’INCANDIDABILITÀ
Non sono “solo” i 5 anni di carcere richiesti ma è la possibilità (certa) di non poter essere ricandidata in nessuna elezione che teme più di tutto Marine Le Pen, la leader della destra in Francia che da ieri ha subito la richiesta di condanna al processo sui presunti impegni fittizi del Rassemblement National. Pochi mesi dopo la straripante vittoria alle Europee (sebbene “inutile” visto la maggioranza poi sorta senza la destra) e l’ancora più netta affermazione nelle successive Elezioni Legislative anticipate, salvo poi essere “cooptata” dall’accordo Macron-sinistra per estromettere l’RN dalla guida del Parlamento (che portò poi al Governo Barnier), una possibile svolta nella politica francese rischia di incendiare ancor di più i difficili equilibri europei.
I pm francesi hanno chiesto la condanna a 5 anni di carcere (2 con sospensione della pena), e sempre 5 di ineleggibilità per la leader Marine Le Pen, così per gli altri 24 imputati accusati di appropriazione indebita dei fondi elettorale del Parlamento Ue. Se si arriverà a riconoscere come colpevoli gli imputati, la sentenza di fatto vieterebbe a tutti di candidarsi «alle future elezioni locali o nazionali», con effetto immediato anche se dovesse scattare subito il ricorso in appello della stessa Le Pen per via della “esecuzione provvisoria” prevista dal codice francese. L’obiettivo finale sono le Presidenziali del 2027 dove Marine Le Pen è data in netto vantaggio contro Emmanuel Macron e la sinistra: se fosse condannata in questo processo, anche facendo ricorso non le sarebbe possibile candidarsi.
RASSEMBLEMENT NATIONAL: “SU MARINE LE PEN È IN ATTO UN ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA”
«Il desiderio dell’accusa è quello di privare i francesi della possibilità di votare per chi vogliono»: così a caldo uscendo dall’udienza Marine Le Pen commenta la richiesta di condanna durissima espressa dai giudici di Parigi contro diversi membri del Rassemblement National. Il clima di forte tensione che già negli scorsi mesi ha portato prima alla “estromissione” della destra francese in Parlamento, salvo poi un colpo di coda del “macronismo” in grado di strappare anche con il Nuovo Fronte Popolare di Melenchon per formare un governo “di unità nazionale” retto da Barnier con la promessa di Le Pen di non votare la sfiducia.
Il problema per la Francia è proprio per gli effetti possibili della condanna alla leader di destra: a quel punto decadrebbe quasi sicuramente l’accordo di non belligeranza con Macron, facendo crollare il Governo e gettando ancora più nel caos la Francia che guarda alla data del 2027 ancora comunque molto lontana. E poi vi è il merito della vicenda, con Le Pen & Co. che rischiano di rimanere fuori dalle urne con conseguenze incontrollabili nello scontro sociale che ne deriverebbe. «Vogliono rovinare il mio partito», lamenta Le Pen che giudica come eccessivo ed esagerato l’intervento dei giudici sui contratti degli assistenti parlamentari tra il 2004 e il 2016, al centro dell’inchiesta.
Davanti alla corte di Parigi, Le Pen ha poi sottolineato di non avere affatto la sensazione «di aver commesso la minima irregolarità o il minimo atto illegale»: secondo il Presidente del partito, Jordan Bardella, la magistratura “rossa” di Francia non vuole fare giustizia, ma solo vendicarsi contro Marine Le Pen. «Le scandalose requisizioni dei giudici», scrive su X il giovane leader di RN, «mirano a privare milioni di francesi del loro voto nel 2027. Questo è un attacco alla democrazia». Per Rassemblement National quanto uscito dalla richiesta dell’accusa parigina (nei panni del procuratore Nicolas Barret) è un vero e proprio attentato contro la democrazia che rischia di generare ancora più caos nei prossimi mesi, qualora la condanna divenisse effettiva: secondo il deputato del Rassemblement National Jean-Philippe Tanguy, intervenuto sulla tv France2, vi è un accanimento contro Le Pen di una procura che svolge la missione politica, «in quale Francia vivremmo se alla donna politica più popolare nei sondaggi e principale leader non potesse candidarsi?».
RISCHIO CAOS IN FRANCIA, SPAGNA E GERMANIA (E PURE VON DER LEYEN NON SE LA PASSA BENISSIMO…)
Il potenziale caso giudiziario contro Marine Le Pen in Francia si inserisce in un contesto europeo di assoluta tensione politica visto quanto avviene in Germania e Spagna: il Governo “semaforo” di Scholz è sostanzialmente caduto, con elezioni anticipate già convocate per febbraio con tutte le relative instabilità di un Paese dove la destra di CDU e AfD si contenderà la vittoria più che probabile. La Spagna del Governo Sanchez è spaccata dalle polemiche per la mala-gestione delle alluvioni di Valencia, e a questi si aggiunge la Francia che col Governo Barnier è “appeso” ad un accordo non scritta che vede l’Eliseo promettere nuove Elezioni Legislative a giugno 2025 per trovare una vera maggioranza solida in attesa delle Presidenziali 2027.
Il caos sull’eventuale condanna di Marine Le Pen fa da ulteriore “contorno” ad un clima di profonda instabilità dove tra i grandi Paesi europei solo l’Italia al momento resta solida con il Governo Meloni, sebbene attraversata dagli scontri con magistratura e sindacati che chiamano al “rischio democratico” per le politiche dell’esecutivo di Centrodestra. La vittoria di Trump ha dato il via al turbine politico che in qualche modo è giunto anche in Parlamento Ue con la rottura del patto sul Von der Leyen Bis (per la vicenda Fitto-Ribera): all’orizzonte si potrebbe anche profilare un nuovo asse politico alla guida dell’Europa, con Popolari, Conservatori e Patrioti assieme contro il resto delle sinistre. Per il momento le cancellerie non di Centrodestra vogliono scacciare tale ipotesi, ma i casi giudiziari “politici” in Italia, Spagna e Francia rischiano realmente di pesare nell’immediato futuro. Dall’Italia il primo a commentare la richiesta di condanna fatta a Marine Le Pen è infatti l’alleato e amico Matteo Salvini, insieme al RN nel gruppo “Patrioti per l’Europa”: con un parallelo sul processo Open Arms a Palermo, il leader della Lega sottolinea come anche in Francia provano a fermare la volontà del popolo alle urne, «contro il democratico vento del cambiamento».
Richiesti 5 anni di carcere e l’ineleggibilità per @MLP_officiel.
Anche in Francia provano in tutti in modi a fermare la volontà popolare e il democratico vento del cambiamento.
A nome mio e di tutta la Lega, mando all’amica e alleata Marine tutto il nostro sostegno.
Non mollare!… pic.twitter.com/YCSP1X0SIY— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) November 13, 2024