Marine Le Pen, esponente del partito di estrema destra francese, in caso di vittoria del suo partito Rassemblement National alle prossime elezioni impedirà a Kiev di utilizzare le armi a lungo raggio fornite dalla Francia per colpire all’interno della Russia. La politica si è poi detta contraria al suggerimento del presidente attuale di schierare l’esercito in Ucraina: “Se Emmanuel Macron vuole inviare truppe in Ucraina e il primo ministro è contrario, allora non sarà così” ha affermato alla CNN. Come ribadito infatti da Le Pen, “il primo ministro ha l’ultima parola”.
Le parole di le Pen sono arrivate prima del secondo turno di votazioni per le elezioni parlamentari anticipate in Francia, indette da Macron dopo gli straordinari risultati ottenuti alle elezioni europee dal partito avversario Rassemblement National. Secondo i sondaggi, il partito di estrema destra riuscirà a trionfare anche alle elezioni politiche: possibile però che il partito non raggiunga la maggioranza assoluta. Se così fosse, Macron dovrebbe comunque offrire loro la possibilità di scegliere il prossimo primo ministro, che potrebbe essere Jordan Bardella, che dal canto suo ha già affermato che accetterà solamente in caso di vittoria con un margine sufficientemente ampio.
Marine Le Pen: “La Francia non sarà co-belligerante”
Nel caso in cui il prossimo primo ministro francese venga da Rassemblement National, Marine Le Pen è stata chiarissima: verrà bloccata ogni ipotesi di invio di truppe militari in Ucraina, idea prospettata da Macron, così come verrà negata a Kiev la possibilità di utilizzare le armi a lungo raggio fornite dalla Francia sul suolo russo. Grazie all’accordo con Macron, l’Ucraina aveva avuto modo di prendere di mira le basi militari, le formazioni e l’artiglieria russe utilizzate per lanciare attacchi all’Ucraina. Marine Le Pen ha poi aggiunto che vuole evitare che la Francia diventi “co-belligerante” nel conflitto attraverso l’uso di missili francesi a lungo raggio contro obiettivi sul suolo russo, nonostante per il resto d’Europa l’utilizzo di armi fornite da un Paese non rappresenti appunto una condizione di co-belligeranza.