C’è anche Mario Biondi, tra gli ospiti della terza puntata di Seat Music Awards – Viaggio nella musica, lo speciale in onda questo pomeriggio su Rai1 che racconta per così dire il ‘dietro le quinte’ del grande concerto collettivo tenutosi nei giorni scorsi all’Arena di Verona. Di live, in effetti, Biondi ne sta facendo molti, ultimamente. Forse è anche un modo per esorcizzare la sofferenza causatagli non tanto dal lungo stop nei mesi del lockdown, quanto piuttosto dalla scomparsa di due suoi amici uccisi dal virus: “Un dolore infinito”, ha detto sul palco di Olbia (Sassari) ad agosto, “un colpo tremendo. Ho perso il mio medico, che aveva 62 anni, e il mio ottico, che di anni ne aveva 52”. A loro ha dedicato la sua esibizione durata più di un’ora, che ha visto anche la partecipazione del figlio Milo, quattro anni, in braccio al papà mentre cantava This Is What You Are.



Mario Biondi: lui e i suoi figli accomunati da una grande passione

La passione per la musica, Mario Biondi è riuscito a trasmetterla a tutti i suoi otto figli. “I due più grandi, che hanno 24 e 22 anni, hanno già alle spalle due tournée (…) mentre altri due più giovani, di 12 e 13 anni, sono già produttori di trap”, si legge nelle dichiarazioni riportate da La Nuova Sardegna. Spazio anche al racconto del suo privato: “Io ho deciso di investire sulla vita e ne sono felice”, prosegue, “e adesso che è in arrivo la nona bambina, la mia gioia è incontenibile. (…) Però voglio aggiungere un’altra cosa: io non ho otto figli, presto nove. Sono loro che hanno me. Perché io sono al loro servizio da quando sono nati e sarà sempre così”.



Mario Biondi omaggia i suoi mentori

Quanto alla sua vita artistica, Mario Biondi rende note le sue intenzioni per il prossimo anno, quando finalmente potrà riprendere la tournée, e ammette di sentirsi un privilegiato, soprattutto perché ha potuto vivere questo periodo di confinamento in una casa grande e spaziosa. “Appena è stato possibile ho avuto con me tutti i miei figli. Stiamo spesso insieme, perché viviamo vicini. Resta il dolore devastante, invece, per i due amici che non ce l’hanno fatta”. E a questo vuoto si aggiunge quello originato dalla scomparsa di un’altra tra le persone che stimava e a cui voleva bene, Pino Daniele, che non manca di ricordare soprattutto durante i suoi concerti all’estero: “È stato un mentore, per me, oltre che un grandissimo amico”. Sempre a proposito del suo rapporto con i fan fuori dall’Italia, racconta un bell’aneddoto: “Tempo fa, mi stavo esibendo a Newcastle. Avevo presentato poche cover, in quell’occasione, poi ho fatto una canzone in italiano: Prendila così, di Lucio Battisti. Nessuno la conosceva, ma sono rimasti davvero entusiasti. Una ulteriore conferma di quanto sia importante trasferire la nostra grandissima musica all’estero”.

Leggi anche