Mario Biondi, ospite oggi di Domenica In, ha presentato un brano tratto dal suo ultimo album “Dare”, spiegando poi a Mara Venier: “Ho voluto usare una valenza doppia, sia in italiano che in inglese. Il mio compleanno è stato il 28 gennaio ed il 29 è uscito un disco”, ha spiegato. Il cantante ha goduto del periodo del lockdown per dare sfoggio alla sua creatività ma anche stare con la sua numerosa famiglia.



“Il periodo del lockdown mi ha regalato del tempo per stare con la mia famiglia, i miei bambini e i miei ragazzi. Mi ha dato modo di vivere più densamente la mia famiglia, soprattutto l’ultima nata Maria Etna”, ha commentato. Quindi ha approfittato per salutare tutti e nove i suoi figli, alcuni ormai grandi, mentre l’ultima arrivata nata a settembre scorso: “Ciao Marzio, ziao Zoe, Marica, Chiara, Rey, Louis, Mia, Milo, Maria Etna, gli ho detti tutti eh? Vuoi sapere anche le date?”. Arriveranno altri figli? “I figli sono la grazia di Dio, è una piccola società casa nostra, una comunità in cui crescendo i ragazzi diventano sempre più presenti ed è una grande soddisfazione”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



MARIO BIONDI A DOMENICA IN

Ospite di Mara Venier a Domenica In, il cantante presenterà il suo ultimo album dal titolo “Dare“. Un titolo che nasconde un gioco di parole, come ha spiegato lo stesso interprete in un’intervista pubblicata pochi giorni fa su Vanity Fair: “Il verbo dare rappresenta un atto di generosità ma al tempo stesso anche di coraggio, dato che non sai mai quanto sia giusto quello dai. C’è una componente di rischio, così entra in gioco pure la sua traduzione dall’inglese, osare (to dare, ndr)”. Un modo anche per ricordare la “lista infinita di persone che mi hanno supportato. Ricordo con particolare affetto il pianista che mi provinò quando avevo 16 anni, era appena rientrato dalla Danimarca e mi chiese se avevo repertorio: in famiglia c’erano mia nonna e mio papà che cantavano, avevo un bagaglio che spaziava dagli anni Trenta agli Ottanta“.



MARIO BIONDI: “HO SCOPERTO IL MIO VOCIONE GRAZIE AD UN MAL DI GOLA…”

Una voce inconfondibile quella di Mario Biondi, spesso definito il “Barry White italiano”: “Alcune compagne di classe a 13/14 anni mi telefonavano per sentire la mia voce, e alla recita di scuola mi facevano fare la voce fuori campo, ricordo pure quelle parole (ride, ndr). In realtà, forse per il mio low profile, ho scoperto tardi le potenzialità: tra l’altro fino a 26/27 anni non avevo mai considerato di essere un basso, per me – che come mito avevo Michael McDonald – era quasi una sfiga“. Eppure non tutti sanno che il timbro che lo ha reso celebre in tutto il mondo è stato scoperto per un caso fortuito: “Ero su una nave da crociera e per colpa di un guasto all’aria condizionata mi presi un terribile mal di gola, avevo le note in alta bruciate. Per portare a casa la serata, sono stato costretto a cantare tutto il repertorio un’ottava sotto…scoprendo che mi trovavo benissimo in quel range musicale“. Oltre a ripercorrere la carriera musicale di Mario Biondi, con lui si parlerà anche di Sanremo e delle polemiche che parlano di un Amadeus pronto all’abbandono senza il via libera alla presenza del pubblico all’Ariston.