11 anni dopo la morte di Mario Biondo, Le Iene presentano: Inside torna sul giallo del cameraman palermitano trovato impiccato nella sua abitazione di Madrid il 30 maggio 2013. In quella casa, Mario Biondo viveva con la moglie Raquel Sanchez Silva, famosa conduttrice spagnola che per i parenti del 30enne avrebbe remato contro la riapertura del caso dopo l’archiviazione per suicidio decisa dalle autorità del posto. Per la giustizia italiana, come cristallizzato nella decisione del gip di Palermo che ha archiviato la vicenda nel 2022 per l’impossibilità di arrivare ai colpevoli, si è trattato di un omicidio e il suicidio è stato simulato dalle stesse “mani che restano ignote”.
Stessa tesi portata avanti dalla trasmissione di Italia 1 che, sostenendo la battaglia della famiglia per arrivare alla verità, ha ricostruito in una inchiesta televisiva tutti i punti nebulosi che ancora oggi insistono intorno alla tragedia. Di segno opposto è la serie Netflix del 2023 intitolata Le ultime ore di Mario Biondo, nella quale domina la tesi del suicidio. Una ricostruzione televisiva che ha fatto infuriare la famiglia del cameraman e che ha innescato polemiche per la presenza di Guillermo Gomez Sancha, ex manager e amico di Raquel Sanchez Silva, dietro la sua realizzazione.
Le Iene presentano: Inside vs Netflix sul caso Mario Biondo che ha diviso Italia e Spagna
Nel 2023, proprio dopo la messa in onda della serie Netflix, Le Iene presentano: Inside, con Roberta Rei, ha dedicato alla morte di Mario Biondo una nuova puntata nella quale sono stati snocciolati tutti i punti che smontano la tesi del suicidio e che la produzione della nota piattaforma streaming avrebbe bypassato. Dall’emorragia cerebrale evidenziata nell’autopsia condotta in Italia alla posizione anomala del corpo, dal solco sulla nuca, incompatibile con il foulard con cui si sarebbe impiccato, alla libreria in perfetto ordine – soprammobili compresi (tra cui persino alcune piume) – nonostante il peso della vittima, oltre 80 chili.
Questi sono solo alcuni degli indizi che hanno spinto la famiglia a guardare al di là della ricostruzione spagnola e a propendere per la tesi dell’omicidio. Ad essi si somma il fatto che Mario Biondo, in quel periodo immerso in una parentesi effervescente per la sua carriera, non avrebbe avuto alcun motivo per togliersi la vita. Secondo le autorità spagnole, però, Mario Biondo si sarebbe suicidato e questa è anche la tesi dominante nella serie Netflix. “È una bugia – le parole della madre –, chissà cos’è successo, non si sarebbe mai potuto impiccare. Non mi fermerò finché non troveranno gli assassini di mio figlio“.
La famiglia di Mario Biondo contro la serie Netflix: “Vile pagliacciata”
La famiglia di Mario Biondo ha respinto da subito i contenuti della serie Netflix, e ha parlato di una strumentalizzazione delle dichiarazioni di genitori e fratelli della vittima per far passare la tesi del suicidio come l’unica in grado di reggere al peso dei tantissimi interrogativi irrisolti sul caso. Secondo la madre del cameraman, Santina D’Alessandro, “quello che è andato in onda su Netflix può essere etichettato solo in un modo: come una vile pagliacciata ordita con cattiveria ed in malafede, la negazione più assoluta del giornalismo e del diritto di cronaca. È davvero disgustoso – si legge in un lungo sfogo della donna su Facebook – mentire in questo modo così plateale tentando di spacciare delle bugie per oggettiva ricostruzione dei fatti tentando di far passere l’idea che le vittime siano dei carnefici e che chi sta lottando per la ricerca della verità sia solo un povero illuso (…). Hanno fatto intendere che la famiglia sia accecata dall’odio per la vedova, e come possiamo definire il comportamento di chi ha sostenuto pubblicamente l’ipotesi, dell’asfissia autoerotica di Mario? Nessuno degli esperti interpellati a tal proposito ha mai sostenuto questa assurdità“.
Genitori e fratelli di Mario Biondo continuano a battersi per l’accertamento dei fatti, convinti che si tratti di un omicidio, e carte alla mano hanno respinto la tesi di chi avrebbe dipinto il giovane come “un cocainomane“. Gli esami sul corpo infatti, attraverso l’esito del tossicologico, hanno escluso questo scenario. La famiglia di Mario Biondo non intende arrendersi e ha avuto un primo importantissimo riscontro nelle conclusioni a cui è giunto il gip di Palermo Nicola Aiello che, sebbene abbia archiviato l’inchiesta nel 2022, ha precisato che gli elementi emersi “smentiscono la tesi suicidiaria e lasciano pensare che Mario Biondo fu ucciso da mani rimaste ignote e successivamente collocato in una posizione atta a simulare un suicidio“. Secondo il giudice per le indagini preliminari, sussistono “segmenti probatori che depongono per la tesi omicidiaria” ma ha dovuto archiviare perché “la distanza di tempo dai fatti da cui si procede ha di fatto pregiudicato la possibilità di svolgere delle indagini che avrebbero potuto consentire di individuare gli autori dell’ipotizzato omicidio“.