Mario Biondo non era da sola in casa la notte in cui è morto. Nel suo appartamento di Madrid c’era qualcun altro, perché un cellulare si è collegato alla rete wifi. Gli elementi nuovi sono frutto dell’approfondimento della Emme Team, pool di consulenti italo-americani che ha eseguito accertamenti per conto della famiglia del cameraman originario di Palermo. Hanno così scoperto che due smartphone avevano accesso alle pagine Facebook e Twitter della vittima proprio quella notte, in cui Mario avrebbe usato Facebook per comunicare con i fratelli. Un cellulare è stato usato nell’appartamento, l’altro invece nei dintorni dell’abitazione.
Lo spiega Il Messaggero, specificando che entrambi i dispositivi sono stati usati alle 19 del 30 maggio quando in casa c’erano le forze dell’ordine. Quindi, la Emme Team sta tracciando una mappa degli spostamenti dei dispositivi. Ma dalle verifiche è emerso pure che tra le 2:08 e le 2:53 è stata usata la carta di credito del cameraman in un night di Madrid. (agg. di Silvana Palazzo)
MORTE MARIO BIONDO, “NON ERA SOLO IN CASA”
A Storie Italiane si torna a trattare la vicenda della morte di Mario Biondo, il cameraman palermitano morto in Spagna a maggio del 2013, ufficialmente per suicidio, tesi a cui però la famiglia si è sempre opposta. “Attraverso l’analisi degli account di Mario di Facebook e Twitter – le parole di Santina, la mamma della vittima – è venuto fuori che due smartphone si sono collegati quella notte, uno a Facebook e l’altro Twitter, e uno di questi si è agganciato al wi-fi di casa alle 00:48, quindi un famigliare o uno che frequentava la casa, visto che il telefono in automatico si è agganciato al wi-fi”.
E ancora: “La Spagna ha chiuso il fascicolo per suicidio dopo un mese e mezzo, ma nemmeno l’Italia ci è arrivata dopo 8 anni, è stato tutto un lavoro fatto da noi e dai nostri avvocati, sono 8 anni che diciamo che Mario è stato ucciso e che qualcuno è entrato in quella casa”. Santina ha aggiunto: “Abbiamo inoltrato la richiesta ad una banca dati americani che conserva tutti gli ip, chiedendo a chi appartenessero nel 2013 quegli ip, quindi tutto verrà fuori in modo più chiaro”. Così Pippo, il papà di Mario: “Ci siamo sempre opposti al suicidio, era una decisione assurda”. Infine la sorella Manuela: “E’ stato ucciso un bravo ragazzo e ora abbiamo le prove, fra pochi giorni faremo nomi e cognomi”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MARIO BIONDO, SOCIAL SOTTO CONTROLLO?
La morte di Mario Biondo, il giovane cameraman palermitano trovato senza vita nella sua casa di Madrid il 30 maggio 2013 sarebbe ancora avvolta nel mistero. La famiglia dell’uomo non avrebbe mai creduto alla tesi del suicidio nonostante le autorità spagnole abbiano da tempo sentenziato tale tesi. Tante le anomalie legate alla vicenda ed emerse in queste ore. Ad occuparsene è stato anche Giovanni Terzi in un lungo articolo per Libero Quotidiano, il quale ha ripercorso le tappe più importanti del giallo, a partire dalla storia d’amore tra Mario e la nota conduttrice spagnola Raquel Sanchez Silva, divenuta sua moglie. Ci sono voluti anni prima che la famiglia, sostenuta dall’avvocato Carmelita Morreale potesse ribaltare la tesi del suicidio. “Abbiamo lottato strenuamente perchè il caso non venisse archiviato”, ha commentato l’avvocato.“E pochi giorni fa grazie al lavoro investigativo dell’Emme Team abbiamo depositato presso la Procura Generale della Corte d’Appello di Palermo un report contenente delle novità importantissime per consentire la prosecuzione delle indagini e dei necessari approfondimenti investigativi”, ha aggiunto.
MARIO BIONDO: NUOVA SVOLTA SULLA MORTE
In merito alle novità sottoposte all’attenzione dei magistrati, l’avvocato della famiglia di Mario Biondo ha spiegato che l’omicidio del giovane palermitano sarebbe avvenuto tra mezzanotte e l’una del 30 maggio 2013. “E infatti, dalle nuove investigazioni contenute nei tabulati telefonici e di internet, è emerso che oltre al cellulare di Mario c’erano collegati altri due smartphone ai suoi account Facebook e Twitter, di cui uno dei due si era agganciato al wi-fi dell’appartamento”, ha spiegato il legale. Al momento però si tratta di ignoti ma l’avvocato ha sottolineato come uno dei due si sarebbe agganciato automaticamente al wi-fi “e questo sta a significare che era nella memoria di quel dispositivo”. Ciò che sarebbe emerso, spiega Terzi su Libero, è che più persone avrebbero avuto accesso ai social di Mario senza che lui se ne fosse accorto proprio la notte della sua morte. La sera prima del decesso, ha spiegato l’avvocato, Mario Biondo avrebbe usato il profilo Facebook per parlare con la sua famiglia in Italia. Due minuti dopo la mezzanotte, un altro cellulare accede al Facebook di Mario e alle 00.48 si aggancia al wi-fi di casa “dimostrando che Mario quella notte non era solo in casa”.
Secondo il suo avvocato, dai tabulati sarebbe emersa questa importante verità. Inoltre la mattina del 30 maggio i due dispositivi che controllavano i social di Mario Biondo si sarebbero collegati quasi in contemporanea. Inoltre, uno dei due cellulari si sarebbe connesso lo stesso giorno in due circostanze sempre dall’appartamento di Mario. Altri aspetti sarebbero invece ancora tutti da chiarire: la carta di credito di Mario, la notte del decesso, sarebbe stata usata tre volte in un locale a pochi chilometri da casa, ma da chi? Eppure il suo cellulare sarebbe rimasto collegato al wi-fi di casa per l’intera notte. Intanto il gip di Palermo ha disposto una proroga delle indagini per ulteriori 6 mesi.