Caso Mario Biondo, è il giorno della verità al Tribunale di Palermo: oggi verrà sancita l’archiviazione definitiva oppure la svolta, che rimetterebbe tutto in gioco. La famiglia è sicura che Mario sia stato ucciso, anche se la giustizia spagnola non ha avuto dubbi: il cameraman palermitano si è suicidato. In aula ha parlato il procuratore generale per pochi minuti, poi è stato il turno dell’avvocato della famiglia Biondo, Morreale. Come riporta Storie Italiane, il legale tirerà fuori un dato fondamentale: il computer di Mario Biondo – trovato morto alle 17.10 del 30 maggio 2013 presso la sua abitazione della calle de la Magdalena, a Madrid – ha avuto tre accessi nella notte. Il primo alle 3.31, poi 12.03 e 13.38. Almeno negli ultimi due accessi Mario era morto. Chi è entrato nel suo pc? E gli accessi sono continuati nelle settimane a seguire. Poi è stato registrato anche un accesso sul telefonino, alle 5.59. Ma sono davvero tanti i misteri e le cose che non tornano…
CASO MARIO BIONDO, LE PAROLE DI UN AGENTE SPAGNOLO
Dichiarazioni importanti arrivano dall’agente spagnolo Oscar, che ai microfoni di Storie Italiane ha affermato di non avere dubbi, Mario Biondo è stato ucciso: «Sono assolutamente convinto che Mario non si sia suicidato, si tratta di un omicidio, quello che voi in Italia chiamereste omicidio premeditato. Sono sicuro che Mario conoscesse la persona o le persone che sono entrate a casa sua quella sera. Parlano, si siedono sul divano, quello che Mario conosce meglio gli sta davanti, l’altro è alle sue spalle. Mario è tranquillo. Poi la persona dietro, con un cavetto dell’alimentazione, di quelli per la tv, fa un cappio e glielo stringe al collo. L’altro molto probabilmente nel frattempo aiuta il complice a soffocarlo con un cuscino, spingendo fino ad ucciderlo».
Oscar ha poi parlato delle indagini svolte rapidamente: «Questo è quello che vorremmo sapere, perché per esempio non sono stati prelevati dei campioni sotto le unghie di Mario quando con tutta probabilità ha cercato di difendersi. Ora conosceremmo il DNA dei suoi aggressori. C’è così tanto che potremmo fare una lista interminabile dei gravi errori che sono stati commessi. Penso che se si crede davvero nella giustizia e si debbano difendere i diritti del cittadino, un caso come questo non dovrebbe mai essere archiviato. Anzi, se in Spagna si fosse indagato a dovere, oggi sarebbe chiuso ma con gli assassini di Mario in Galera».