Le indagini sulla morte di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato senza vita, impiccato, il 30 maggio 2013 a Madrid, proseguiranno per ulteriori sei mesi. Lo ha deciso nelle passate ore il gip Roberto Riggio che, come rivela il quotidiano Repubblica.it, ha accolto l’opposizione della famiglia Biondo alla richiesta di archiviazione anche alla luce di nuove prove prodotte dai consulenti di parte e dagli avvocati Fabio Falcone e Carmelita Morreale. La morte di Mario Biondo resta avvolta nel mistero, sebbene siano passati ormai sette anni. Sin da subito il caso fu bollato dalla polizia iberica come suicidio per impiccagione ed archiviato. L’indagine si chiuse dunque in modo alquanto frettoloso, nonostante l’opposizione della famiglia che non ha mai creduto alla tesi del suicidio iniziando da quel momento una dura e complessa battaglia orientata alla ricerca della verità nella speranza di poter far proseguire le indagini nel nostro Paese. Lo scorso luglio i genitori di Mario Biondo avevano presentato opposizione all’archiviazione delle indagini nell’ambito del processo in Corte d’Appello.



MORTE MARIO BIONDO: INDAGINE PROROGATA DI SEI MESI

Nuove indagini sulla morte di Mario Biondo. Decisione importante, quella presa dal gip di Palermo che ha fatto tirare un sospiro di sollievo in mamma Santina D’Alessandro e papà Pippo. Nel caso del cameraman trovato morto impiccato in Spagna ci sarebbero troppe contraddizioni, mezze verità e dubbi che farebbero supporre ad un omicidio. Proprio queste contraddizioni, ha scritto il gip come riporta il sito de Le Iene: “non consentono di poter condividere l’esito al quale sono pervenuti sia l’autorità giudiziaria spagnola che l’ufficio del pubblico ministero e cioè che Mario Biondo si sia suicidato”. Adesso, dunque, nei successivi sei mesi dovranno essere analizzati e dimostrati i vari punti ancora oscuri a partire dalla scena dove è stato trovato il corpo senza vita del giovane palermitano, la posizione del cadavere e le ferite. Dovrà essere fatta chiarezza anche sul solco dietro la nuca della vittima che “non può di certo essere ricondotta alla pashmina”, scrive ancora il gip. Da dimostrare anche la posizione degli oggetti sulla libreria immortalata in ordine ed in contrasto con la ferita riportata da Biondo. Per il gip ci sarebbero altri fattori poco convincenti e che “rendono dubbia l’ipotesi della causa suicidaria”. Il gip chiede chiarezza anche sulle dichiarazioni di alcune persone. Tra le tante domande che ancora non hanno risposta, inoltre, quella su dove si trovasse la moglie Raquel al momento della morte di Mario.

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