Il caso legato alla scomparsa di Mario Bozzoli è stato approfondito a “Quarto Grado”, trasmissione di Rete 4 condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. L’uomo, sparito sette anni fa, secondo la pubblica accusa sarebbe stato ucciso dal nipote Giacomo, il quale avrebbe avuto diverse divergenze con lo zio in merito alla gestione dell’azienda e, dopo aver messo a segno il suo presunto intento omicida, lo avrebbe trasportato all’esterno della fonderia, caricandolo nel baule della sua auto.



Di fronte ai giudici, Giacomo Bozzoli ha ripercorso le fasi iniziali della sua carriera nell’azienda di famiglia, asserendo esattamente quanto segue: “Ho iniziato a lavorare nel 2007 in azienda, con mio zio Mario Bozzoli che mi ha insegnato a fare le leghe. Inizialmente percepivo dai 2 ai 3mila euro di stipendio ogni mese, per poi arrivare a 6.500 euro netti al mese”.



MARIO BOZZOLI, IL NIPOTE GIACOMO: “PENSAVO CHE MIO ZIO FOSSE STATO SEQUESTRATO OPPURE…”

Sempre a “Quarto Grado”, sono state mostrate altre fasi del dialogo di Giacomo Bozzoli con i giudici in riferimento alla sparizione di suo zio Mario Bozzoli. Una delle domande era relativa al sistema di videosorveglianza, che “non  era complicato, non c’erano algoritmi da astronauti alle spalle. Bastava schiacciare il tasto della telecamera e poi col joystick si faceva tutto. Per quanto riguarda la telecamera della fonderia, la numero 6, posso dire che era lì da un pezzo, in quanto mio zio aveva il sospetto, successivamente rivelatosi fondato, che gli operai rubassero. La telecamera 4 era puntata sul rame, non in un luogo inutile, dal momento che già in quel periodo costava 8 euro al chilo”.



Cosa ha pensato il nipote Giacomo, quando suo zio Mario Bozzoli non ha più fatto sapere nulla di sé? Nell’immediatezza degli eventi,le prime cose che si pensavano era che avesse avuto un malore, che fosse stato sequestrato o che fosse scappato per qualche giorno con una donna”. Infine, una battuta di Giacomo Bozzoli: “Per fortuna che i carabinieri hanno controllato il tragitto della mia auto, altrimenti se mi fossi fermato anche solo a fare pipì, chissà cosa sarebbe uscito sui giornali…”.