Sarebbe stato ucciso nel contesto di un “agguato punitivo” per aver disturbato più volte alcuni clienti dei locali della movida di Angri, in provincia di Salerno. È questo il presunto movente che emerge dalla recente svolta nelle indagini sull‘omicidio di Mario Carotenuto, 35enne assassinato in strada nel centro campano poche ore fa e per la cui morte i carabinieri avrebbero fermato due persone.



Si tratta, secondo quanto ricostruito dall’Ansa, di un imprenditore 40enne del posto, titolare di un locale, e di un suo collaboratore di 30 anni di origine romena. I due sarebbero indagati per il delitto dalla Procura di Nocera Inferiore, che coordina l’inchiesta, e secondo gli inquirenti avrebbero agito ai danni della vittima mettendo a segno una vera e propria esecuzione con un colpo di arma da fuoco.



La ricostruzione dell’omicidio di Mario Carotenuto

Secondo quanto riporta la Tgr Campania, a dare un impulso decisivo all’inchiesta sarebbero state le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza della zona in cui si è consumato l’omicidio di Mario Carotenuto, freddato in strada domenica scorsa in via Risi ad Angri con un colpo di arma da fuoco. Stando alla ricostruzione finora emersa, l’uomo sarebbe stato ucciso al culmine di alcune colluttazioni dopo aver infastidito clienti e personale di alcuni esercizi del posto.

I carabinieri avrebbero individuato i due soggetti sospettati del delitto di Mario Carotenuto, il titolare di un locale della movida di Angri e un suo collaboratore. I militari che conducono le indagini, inoltre, avrebbero rinvenuto le presunte armi usate prima e durante l’agguato mortale: una mazza da baseball e una pistola. Il reato contestato a entrambi gli indagati è omicidio premeditato aggravato dai futili motivi. Attualmente si troverebbero in carcere a Salerno in attesa di interrogatorio di garanzia. Sulla vicenda è intervenuto sui social l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Angri, Maria D’Aniello: “Mario Carotenuto era un bravo ragazzo, genitori perbene, la sua mamma posso definirla mamma coraggio. Quante volte abbiamo cercato di aiutarlo attraverso i Servizi Sociali – si legge nel post pubblicato sulla pagina Facebook dell’assessore –, ma era vittima di un sistema antico che nessuno mai è riuscito a combattere veramente (…) Mario Carotenuto era un bravo ragazzo con la sfortuna di aver incontrato nella vita dei ‘cattivi ragazzi’. Non giudichiamo male questo ragazzo, è un figlio di mamma come tutti, che ha pagato con la morte la malvagità e la cattiveria di un sistema malato“.