Negli studi di Storie Italiane, programma di Rai Uno, si torna a trattare la vicenda legata a Mario Cipollini, l’ex campione del ciclismo, che l’ex moglie Sabrina Landucci, accusa di maltrattamenti. La prima notizia riguarda il rinvio dell’udienza a marzo del 2020, come confermato anche dal legale di Cipollini, Napoleone: “Il rinvio a giudizio c’è stato a marzo, l’udienza è stata rinviata al 4 marzo del 2020, a seguito della riforma della giustizia italiana, circa il tema della prescrizione”. Quindi ha preso la parola l’avvocato Camplone, legale dell’ex compagna di Cipollini: “Spesso e volentieri in questo tipo di reati andiamo ad “aggredire” la vittima che denuncia, e succede solo quando una donna denuncia un maltrattamento. Negli altri tipi di reati, come ad esempio le rapine o quant’altro, non succede mai. Se le donne denunciassero al primo schiaffo, al primo calcio, il reato di maltrattamento in famiglia non esisterebbe perché è un reato che si reitera nel tempo”.
MARIO CIPOLLINI, SCONTRO IN STUDIO FRA GLI AVVOCATI DELLE DUE PARTI
“Riportiamo un attimo l’attenzione sul caso concreto di Cipollini – riprende la parola l’avvocato Napoleone – Ricordiamo che il pm aveva chiesto l’archiviazione, ma non si sa per quale motivo un altro pm ha preso questo fascicolo e l’ha mandato avanti, ovviamente questa è una violenza procedurale”. A tali parole replica l’avvocato Camplone: “Ricordiamo che poi sono emerse altre cose visto che all’inizio la signora Landucci non aveva spiegato tutto, poi è subentrata anche la minaccia all’attuale compagno dell’ex di Cipollini: è chiaro che la procura ha deciso di procedere”. Si torna a parlare del famoso episodio della pistola: “La mia assistita – le parole della Camplone – ha raccontato che non era la prima volta che accadeva”. Replica immediata di Napoleone: “Ricordo che comunque la signora Landucci non aveva mai denunciato prima questo fatto, una cosa che viene introdotta per la prima volta e che non fa parte del capo d’imputazione”. La Camplone aggiunge: “Dovete capire che lei ha fatto molto fatica a denunciare certe cose perché lei era sicura che nessuno le avrebbe creduto”. In conclusione, i due avvocati ribadiscono le posizioni dei propri assistiti, con Camplone che conferma le accuse di maltrattamenti, mentre Napoleone ritiene il suo assistito completamente estraneo ai fatti.