Mario Cipollini è stato condannato in primo grado a una pena di 3 anni di reclusione per maltrattamenti, lesioni e minacce nei confronti dell’ex moglie Sabrina Landucci. Ospiti della puntata di oggi, martedì 18 ottobre, di Storie Italiane sono gli avvocati delle due parti in causa. I legali, Giuseppe Napoleone e Susanna Campione che rappresentano rispettivamente Mario Cipollini e Sabrina Landucci, si sfidano prevalentemente sulle presunte accuse mosse da Cipollini e dalla difesa a Landucci di non essere stata una buona madre e sull’insinuazione che la donna possa non aver raccontato subito tutti gli episodi che aveva subìto.
Secondo l’avvocatessa Susanna Campione, il racconto di Sabrina Landucci di essere stata minacciata con un’arma da fuoco “va inquadrato nella vicenda che è stata potata in tribunale” e “si inserisce come una delle tante vessazioni, anche se fa impressione, ma in realtà faceva parte di una serie di violenze che hanno costellato la vita di questa donna fino a portarla nel 2017 a fare denuncia”. Da parte dell’avvocato Giuseppe Napoleone arriva invece la precisazione che la difesa di Cipollini ha mai inteso denigrare Sabrina Landucci: “credo che sia una falsità – afferma il legale nel salotto di Eleonora Daniele – Anche ieri durante la discussione noi non ci siamo mai permessi. Abbiamo sempre avuto toni pacati”. D’ altro parere la legale della donna, che afferma invece come “in alcuni tratti la difesa di Mario Cipollini ha tratteggiato la figura di una donna inadeguata come mamma…”
Sabrina Landucci, la legale: “una donna che subisce violenza si vergogna”
Secondo l’avvocato Giuseppe Napoleone, che difende l’ex campione Mario Cipollini, “il suo unico dispiacere è per le figlie perché le vittime di questa vicenda a prescindere dalle parti processuali sono loro”. La legale di Sabrina Landucci, nel corso della trasmissione Storie Italiane, intende invece chiarire un punto importante della vicenda: “in questo tipo di reati le donne fanno molta fatica denunciare e nell’atto della denuncia c’è una grande vergogna – afferma – È brutto dirlo, ma una donna che subisce violenza si vergogna, quindi la signora in prima battuta aveva detto poche cose, non aveva raccontato tutto”. E ipotizza che “per lei è stata una cosa difficilissima quindi forse il pubblico ministero aveva pochi elementi” e per questo motivo in prima battuta poteva aver disposto a richiesta di archiviazione al gip per la parte relativa a maltrattamenti e stalking, ma non le lesioni, documentate anche da referti del pronto soccorso.
Poi il caso si riapre. Come illustra l’avvocatessa, “successivamente il compagno della signora, Silvio Giusti, ha denunciato a sua volta due aggressioni da parte di Cipollini. A quel punto la procura aveva materiale” e a quel punto “lei è stata riconvocata e ha cominciato a dire molto di più”.