Mario Draghi frequenta spesso e volentieri la chiesa di Città della Pieve, il piccolo comune in provincia di Perugia in cui il probabile futuro Premier risiede. Chiunque si recasse presso la chiesa Santi Donato e Biagio, potrebbe quindi incontrare l’ex numero uno della Banca Centrale Europea, stimato politico italiano di fama mondiale. “Draghi non si fa mai notare – sottolinea comunque don Augusto Panzanelli, parroco della chiesa di cui sopra, parlando quest’oggi con i microfoni del programma di Rai Radio 1, Un Giorno da Pecora – si mette sempre in disparte in chiesa, e viene spesso alle funzioni delle 18 oppure, qualche volta, va la mattina dalle suore, abbastanza presto, alle 7.30”.
I conduttori radiofonici chiedono quindi a don Augusto se Mario Draghi sia un buon cattolico, e il parroco replica: “Si, decisamente, è un buon cattolico. E poi è molto riservato, umile: si mette in fila quando va a fare la spesa, al supermercato, è molto rispettoso”. L’uomo di Chiesa si dice quindi soddisfatto dall’incarico conferito a Draghi da parte del presidente della repubblica, Sergio Mattarella: “Certo, siamo altamente onorati dell’incarico che ha ricevuto. Tanto che anche le suore Clarisse di Città della Pieve stamattina hanno pregato per Draghi”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MARIO DRAGHI, CHI È? A 15 ANNI ORFANO DI ENTRAMBI I GENITORI
Mario Draghi è rimasto orfano di entrambi i genitori quando aveva solo 15 anni, ritrovandosi di colpo a fare da capofamiglia e a prendersi cura dei suoi due fratelli minori, Andreina e Marcello, insieme a una zia. “Ricordo che a sedici anni, dopo una vacanza al mare con un amico, lui tornò a casa e poteva fare quello che voleva, io invece trovai ad aspettarmi un cumulo di corrispondenza da sbrigare e di bollette da pagare”, ha raccontato Draghi in un’intervista a Repubblica, ricordando quando si è ritrovato con responsabilità inaspettate per un ragazzo della sua età. In un’altra occasione, Draghi ha raccontato al Corriere della Sera uno dei più grandi insegnamenti che gli è stato dato da suo padre Carlo: “A cavallo tra le due guerre, in Germania, mio padre vide un’iscrizione su un monumento. C’era scritto: se hai perso il denaro non hai perso niente, perché con un buon affare lo puoi recuperare; se hai perso l’onore, hai perso molto, ma con un atto eroico lo potrai riavere; ma se hai perso il coraggio, hai perso tutto”. Nella sua recente partecipazione al Meeting di Rimini 2020, Mario Draghi ha letto una citazione attribuita a John Maynard Keynes, economista del XX secolo: “When facts change, I change my mind. What do you do sir?”. Nel corso della sua vita, fin da giovane, Draghi ha dimostrato di sapere cambiare quando i fatti cambiano.
MARIO DRAGHI, “WHATEVER IT TAKES”
Il capo dello Stato ha giocato la carta Mario Draghi dopo il nulla di fatto di Roberto Fico. Ma chi è l’economista che oggi salirà al Colle? Questa è la domanda che alcuni si stanno ponendo, soprattutto coloro che non hanno grande familiarità con la politica e con l’economia internazionale… Nato a Roma il 3 settembre del 1947, Mario Draghi è un economista e nel corso degli anni ha ricoperto incarichi di grande responsabilità. Dalla nomina a governatore della Banca d’Italia a quella di direttore esecutivo per l’Italia della Banca Mondiale, fino all’importante ruolo di presidente della Banca centrale europea. Una carriera degna di nota, con una frase che resterà nella storia: «Whatever it takes», «faremo qualsiasi cosa perché l’euro resista»: con queste tre parole l’economista riuscì a salvare l’euro durante la crisi del 2012.
MARIO DRAGHI, LA CARRIERA
Dopo una brillante carriera universitaria, Mario Draghi ha insegnato Politica economica e finanziaria tra le università di Trento, Padova e Venezia, prima di diventare professore ordinario di Economia e politica monetaria all’Università di Firenze. Membro del Board of Trustees dell’Institute for Advanced Study (Università di Princeton) dal 1998 e della Brookings Institution dal 2003,l’economista dal 1984 al 1990 è stato direttore esecutivo della Banca Mondiale, mentre dal 1991 al 2001 è stato direttore generale del Ministero del Tesoro. Dopo una breve parentesi con Goldman Sachs, Mario Draghi nel dicembre del 2005 è stato nominato governatore della Banca d’Italia al posto del dimissionario Antonio Fazio. La nomina a presidente della Banca centrale europea arriva nel 2011 e nel 2012, come vi abbiamo raccontato, è stato protagonista del salvataggio dell’euro e dell’Europa intera. Gestione che lo portò a diventare l’uomo dell’anno per il Financial Times e il The Times.
MARIO DRAGHI E L’APPRODO IN POLITICA
«Chiedete a mia moglie»: così rispose Mario Draghi a chi gli chiedeva del suo futuro dopo l’addio alla Banca centrale europea. Nel corso degli ultimi anni si è parlato molto di un suo approdo effettivo in politica e non sono mancate le voci su un suo possibile accostamento al Quirinale, come possibile successore di Sergio Mattarella. Lo scorso marzo ha pubblicato un intervento sul Financial Times ed aveva evidenziato: «Ci troviamo di fronte ad una guerra contro il coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza: il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile». Recentemente ha parlato di lui una persona che lo conosce molto bene, parliamo del parroco della Diocesi di Perugia e Città della Pieve, Monsignor Augusto Panzanelli: «É una persona molto riservata, certo non si circonda di quegli assembramenti che hanno molti personaggi pubblici. Sarebbe un ottimo amministratore. Se me la sentirei di benedire un governo da lui guidato? Dovrebbe compiere un miracolo in effetti, ma negare le capacità di Draghi sarebbe come negare una verità lapalissiana».