Pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza: queste le quattro importanti riforme di contesto citate da Mario Draghi nell’introduzione alle bozze del PNRR, il Piano di ripresa e resilienza che verrà ultimato nei prossimi giorni. Il Foglio ha pubblicato in esclusiva la lettera riservata in mano ai parlamentari, nella quale il primo ministro spiega i motivi e le riforme con cui vuole rivoluzionare il Paese.



Sono tanti i temi trattati da Mario Draghi nella prefazione del PNRRverrà presentato in Parlamento la prossima settimana e sarà inviato alla Commissione Ue entro il 30 aprile – e non manca un riferimento alla riforma fiscale «che affronti anche il tema delle imposte e dei sussidi ambientali». L’ex presidente della Banca centrale europea ha le idee chiare: «L’Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale».



MARIO DRAGHI PRESENTA IL PNRR

Come ben sappiamo, il PNRR prevede interventi per un totale di 221,5 miliardi di euro, di cui 191,5 miliardi coperti con il Recovery Fund e gli altri 30 in arrivo dal Fondo complementare alimentato con deficit. L’impatto del PNRR sul Pil sarà nel 2016 almeno del 3,6% più alto rispetto all’andamento tendenziale, ha rimarcato Mario Draghi, mentre l’effetto sull’occupazione toccherà quasi il 3%. Lo schema di governance prevede «un coordinamento centrale presso il ministero dell’Economia», ma l’esecutivo predisporrà inoltre «delle task force locali che possano aiutare le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure».



Entrando nel dettaglio delle riforme annunciate da Mario Draghi nell’accompagnare le bozze del Piano nazionale di ripresa e resilienza, oltre alle quattro grandi riforme sopra citate, viene evidenziato che il 40% delle risorse del Piano sono destinate al Mezzogiorno. «Le sei Missioni del Piano sono: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute», si legge ancora nel testo. Mario Draghi ha inoltre rimarcato l’importanza del Next Generation Ue come opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme: «E’ l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita nei decenni».