Mario Draghi nel mirino dei no vax. Il presidente del Consiglio è finito sotto attacco su Telegram, dove sono circolate diverse minacce. Gli organizzatori del gruppo “Basta dittatura-Proteste” non solo hanno minacciato il premier, ma hanno anche condiviso alcuni suoi dati sensibili, come l’indirizzo di casa. «Ogni sera alle 21 sotto il suo appartamento», l’appello condiviso sulla piattaforma e riportato dall’agenzia Agi. Per i membri di tale gruppo Draghi sarebbe “colpevole” di aver varato con il suo governo il Super green pass che prevede nuove restrizioni per i non vaccinati.



Nei giorni scorsi nello stesso gruppo erano stati attaccati i governatori Vincenzo De Luca (Campania), Stefano Bonaccini (Emilia Romagna) e Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia). Ma minacce sono state rivolte anche all’infettivologo Massimo Galli e al collega Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova che è sotto scorta.



NO VAX, VOLANTINO CHOC ALL’OSPEDALE DI BERGAMO

In queste ore sta facendo discutere anche il testo di un volantino che ignoti no vax hanno apposto su tutte le auto parcheggiate all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La vicenda risale a venerdì 10 dicembre, quando medici e infermieri, pazienti e familiari, hanno trovato questo messaggio: “Chi collabora con la dittatura sarà anch’esso vittima: i vaccini uccidono! Il Green pass è nazismo sanitario! Lotta con i vivi”. Il volantino è firmato con una W rossa all’interno di un cerchio e contiene un link di una chat di Telegram.



A colpire è anche il fatto che nel mirino sia finito l’ospedale simbolo della pandemia che nella primavera 2020 era stato al centro della prima ondata a livello mondiale. Anche per questo motivo Stefano Fagiuoli, direttore del reparto di Medicina del nosocomio, ha preferito non usare mezzi termini per commentare la triste vicenda: «Nessun rispetto per chi si ammazza di lavoro da oltre 20 mesi. Spero che le telecamere di sorveglianza li becchino. Ma spero anche che non li portino davanti a me».