La notizia dell’incontro tra Luigi Di Maio e Mario Draghi ha spiazzato tutti, più della nomina di Papa Francesco a membro dell’Accademia delle Scienze Sociali. Le chat ufficiali del Movimento 5 Stelle tacciono, forse perché si temono fughe di notizie. Ma i telefoni squillano, come riportato dall’AdnKronos, che aveva lanciato la notizia in esclusiva. Pare che neppure il premier Giuseppe Conte fosse al corrente di questo incontro. Proprio questo desta sospetti, anche perché Draghi già in passato era finito nel mirino di M5s. In particolare di Di Maio, mentre Alessandro Di Battista è un’altra persona all’oscuro dell’incontro. Lui di recente aveva attaccato l’ex numero uno della Bce per la storia di Autostrade. I rumors di Palazzo parlano di Draghi al posto di Conte in un governo di unità nazionale. Un’idea che piace a Giancarlo Giorgetti della Lega. E ora sembra che Di Maio si muova in questa direzione. Ma si parla anche di Di Maio premier e Draghi ministro dell’Economia, così da spostarsi poi al Quirinale quando arriverà il momento di scegliere il prossimo presidente della Repubblica. Questa, precisa l’agenzia di stampa, è una delle tante letture che circolano in casa M5s. Qui ci sono però i “governisti” che stimano Conte e vorrebbero che restasse al suo posto fino a fine legislatura. Tra loro c’è chi pensa che Di Maio abbia fatto uscire la notizia dell’incontro proprio per minare la stabilità di Conte. C’è un ministro che, blindandosi dietro l’anonimato, suggerisce «un rimpasto subito, prima delle regionali. Altrimenti sarà durissima tirare a campare. Ed è un’ipotesi, quello del cambio di alcune pedine, che si sta facendo largo anche nel governo». Si parla ad esempio di un «probabile ingresso di Zingaretti in un ministero di peso, ingresso che aprirebbe una partita ben più ampia: quella per la successione alla segreteria del Pd, ma quella, appunto, è un’altra storia». (agg. di Silvana Palazzo)



MARIO DRAGHI NOMINATO DA PAPA FRANCESCO

Mario Draghi è stato nominato membro dell’Accademia delle Scienze Sociali da Papa Francesco. È la prima “carica”, seppur non operativa, che assume l’ex presidente della Bce da quando nel novembre scorso ha lasciato il suo incarico di otto anni a Francoforte. L’organismo consultivo di cui fa parte è un’istituzione nata nel 1994 con lo scopo di dare alla Chiesa gli strumenti per lo sviluppo della dottrina sociale e per studiarne gli effetti dell’applicazione nella società contemporanea. L’Accademia delle Scienze Sociali è presieduta dall’economista Stefano Zamagni, invece il vescovo argentino Sanchez Sorondo ne è cancelliere. Mario Draghi, che è stato allievo del collegio Massimo di Roma retto da gesuiti, ha incontrato più volte Papa Francesco. Nel 2013, pochi mesi dopo l’elezione di Bergoglio a Pontefice, con la sua famiglia in udienza, poi nel 2016 era in prima fila con Angela Merkel in occasione del conferimento al Papa del Premio Carlo Magno in Vaticano. Ma potrebbero esserci state altre occasioni in maniera riservata.



MARIO DRAGHI E L’INCONTRO CON LUIGI DI MAIO

C’è comunque un legame tra Mario Draghi e Papa Francesco ed è quello con i gesuiti. Nel 2010 l’economista, allora governatore della Banca d’Italia, scrisse un ricordo sull’Osservatore Romano dei suoi anni di studio al collegio Massimo quando morì padre Franco Rozzi, storico preside dell’istituto. Anche l’ex presidente della Bundesbank Hans Tietmeyer ha fatto parte a lungo dell’Accademia delle Scienze sociali, che ha sede dentro i giardini vaticani, a ridosso dei Musei. Ne è stato membro fino alla sua scomparsa nel 2016. Ma Mario Draghi sta suscitando indiscrezioni per l’incontro che ha avuto recentemente con Luigi Di Maio. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa AdnKronos, sarebbe avvenuto nei giorni scorsi. Si parla di uno scambio di punti di vista sulla situazione politica ed economica che però ha scatenato diverse reazioni politiche. «Al centro dei colloqui i dossier europei in virtù del ruolo svolto da Mario Draghi ai vertici della Banca Centrale Europea», precisano fonti della Farnesina.

Leggi anche

SCENARIO UE/ Le chances di von der Leyen tra socialisti, Meloni, Germania e Draghi