Il Senato ha accordato la fiducia al governo guidato da Mario Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e 2 astenuti. Maggioranza decisamente ampia per l’esecutivo di larghe intese, osteggiato da Fratelli d’Italia e parte del Movimento 5 Stelle: ben 15 dei 92 senatori grillini hanno votato no alla fiducia, con 8 assenti. Registrati dei no anche al Misto e tra le fila di Liberi e Uguali.
Continua il dibattito in casa M5s dopo la nuova spaccatura registrata oggi al Senato. Ecco l’elenco dei 15 senatori grillini che hanno votato no alla fiducia: Abate, Angrisani, Corrado, Crucioli, Di Micco, Giannuzzi, Granato, La Mura, Lannutti, Lezzi, Mantero, Mininno, Moronese, Morra, Ortis. Figurano nell’elenco anche volti di spicco come Barbara Lezzi e Nicola Morra, mentre Danilo Toninelli ha fatto un passo indietro: dopo aver annunciato con convinzione un no alla fiducia, è rientrato tra i 262 sì al governo Draghi… (Aggiornamento di MB)
L’INTERVENTO DI MATTEO SALVINI
«Noi ci siamo, la Lega c’è convintamente»: così Matteo Salvini nel corso delle dichiarazioni di voto al Senato sulla fiducia al governo guidato da Mario Draghi. Il segretario federale del Carroccio ha ribadito di aver messo l’Italia e il bene dei cittadini al primo posto, prima dell’interesse di partito: «Questo per noi significa “prima gli italiani”».
Nel corso del suo intervento Salvini ha citato De Gasperi: «Nel 1948 diceva che la civiltà occidentale va difesa ad ogni costo: noi siamo con lei nella difesa dei valori e dei diritti della società occidentale a prescindere da tutto e da tutti». «L’Europa è casa nostra», ha proseguito l’ex ministro dell’Interno: «L’Europa è la culla del cristianesimo, simbolo di libertà, democrazia, diritti e lavoro, l’Europa che vogliamo significa benessere, tutela della famiglia e della vita, sempre e comunque, non è però l’Europa dell’austerità, dei vincoli di bilancio». (Aggiornamento di MB)
VOTO DI FIDUCIA AL SENATO, LA REPLICA DI MARIO DRAGHI
Numerosi i temi trattati da Mario Draghi nel discorso di replica al Senato sulla fiducia. Il presidente del Consiglio ha tenuto a precisare di considerare cruciale il ruolo del Parlamento in vista del Programma di ripresa e resilienza: le Camere «saranno informate in modo tempestivo sul programma e le linee di intervento». Nel corso del suo intervento, il premier ha rivelato: «Questo governo conferma l’impegno di andare nella direzione dell’inserimento in Costituzione dei concetti di ambiente e sviluppo sostenibile su cui sta lavorando il Senato con un progetto di legge».
Dopo aver ricordato l’importanza del coinvolgimento di Regioni, Comuni e parti sociali, Mario Draghi si è soffermato sul dossier cultura: «È stato fatto molto per assicurare ristori adeguati al settore, occorre fare molto di più e va colta l’opportunità del Next generation Eu per investimenti su capitale umano e nuove tecnologie. La cultura in tutte le sue forme è imprescindibile per la crescita ed il benessere del Paese». Una battuta sul capitolo migranti: «L’Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei, propone un meccanismo obbligatorio di re-distribuzione dei migranti pro-quota». (Aggiornamento di MB)
ROMEO (LEGA): “EUROPA É CAMBIATA”
Seduta sospesa al Senato dopo la discussione generale. Alle 20:40, dopo la nuova santificazione, è attesa la replica di Mario Draghi. Tra gli ultimi interventi quello di Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva al Senato. «Ci chiedono strumentalmente perché non chiediamo più il Mes. Non lo facciamo perché il nostro Mes è lei, presidente Draghi, e questo governo». Poi ha attaccato Danilo Toninelli (M5s) che era intervenuto prima: «Un Paese al contrario, quello che considera responsabile tenere in panchina Draghi, Colao, Cingolani e Giovannini e lascia in campo Toninelli. Io credo che ne valesse la pena». Invece Massimiliano Romeo della Lega ha evidenziato il pragmatismo di Draghi durante le consultazioni. «Questa è un’occasione unica per la stagione della competenza, che porti questo Paese ad una sana democrazia dell’alternanza, questo è il nostro obiettivo». Sulla questione dell’Europa, Romeo ha evidenziato che la Lega chiede solo rispetto per gli italiani.
«Lei è uno dei pochi che si è fatto rispettare in Europa, quindi ci capisce. Conversione Lega? Se guardiamo le scelte dell’Ue negli ultimi tempi, non è irragionevole pensare che l’Europa si sia convertita alla Lega. Diciamo che ci siamo venuti incontro». Infine, ha chiesto un cambio di metodo sulla gestione della pandemia. (agg. di Silvana Palazzo)
SANTANCHÈ: “GOVERNO DEI PEGGIORI”
Dopo la sanificazione, è ripreso nell’Aula del Senato il dibattito sulla fiducia al Governo Draghi. La senatrice Alessandra Gallone di Forza Italia è stata la prima a intervenire dopo la pausa. Ha ringraziato il premier per aver «iniettato negli italiani il vaccino del futuro» e di «aver parlato con la testa e con il cuore». D’altro tono l’intervento di Daniela Santanchè. La senatrice di Fratelli d’Italia ha puntato il dito contro la mancanza di discontinuità col governo precedente: «Presidente, vedo un miglioramento con la sua presenza. Ma se lo sguardo si allarga ai suoi compagni io vedo il ministro della Salute del governo Conte, che è lo stesso che ritirava in tutta fretta un libro che aveva scritto per autocelebrarsi per la gestione della pandemia, colui che invitava gli italiani a essere delatori con i propri vicini».
Non è mancato un attacco a Luigi Di Maio, confermato come ministro degli Esteri: «Ha messo sullo stesso piano l’alleanza con gli Stati Uniti e l’alleanza con la Cina, che è una dittatura». Nel mirino anche Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno: «Ha cancellato i decreti Sicurezza, che ha reso di nuovo l’Italia il campo profughi». Da qui la sua conclusione: «Mi dispiace, ma il suo non è il governo dei migliori, lei presidente è la foglia di fico del governo dei peggiori». Infine, un avvertimento: «Avrà i nostri voti quando farà le cose giuste per l’Italia e gli italiani, glieli daremo senza chiedere nulla in cambio. Ma stia attento a non farsi commissariare». (agg. di Silvana Palazzo)
CASTELLONE (M5S) “SACRIFICATA UNITÀ M5S”
La giornata al Senato si preannuncia molto lunga: si arriverà fino alla tarda serata. La discussione generale è in corso: sono 68 i senatori iscritti a parlare sulle comunicazioni del Premier Mario Draghi. Ieri è stato stabilito che durerà 6 ore e 40 minuti, ma sarà interrotta per un’ora alle 15:15 per consentire la santificazione dell’Aula. La discussione generale terminerà alle 19:55, quando la seduta sarà di nuovo sospesa per una seconda santificazione prima della replica del premier e delle dichiarazioni di voto. «Signor presidente, la sua navigazione non sarà facile, non sarà sempre come oggi, non ci prenda gusto! Ci saranno divisioni, incomprensioni e occorrerà tutta la sua autorevolezza e bisognerà scontentare qualcuno. +Europa e Azione la sosterremo nella buona e cattiva sorte», ha dichiarato Emma Bonino, senatrice e leader di +Europa. Inoltre, ha evidenziato la «sobrietà comunicativa» del premier. Poi ha aggiunto: «Mi auguro non venga subito travolta da liti estemporanee fra i suoi ministri, già abbiamo quella fra gli scienziati ma non se ne può più», rievocando ironicamente ai ministri che «esistono i telefoni».
Domenica Castellone ha confermato il sì sofferto del MoVimento 5 Stelle: «Noi da responsabili per senso del dovere delle Istituzioni appoggiando il governo Draghi sacrifichiamo perfino l’unità del nostro gruppo. Di questa sofferenza Draghi deve tenere conto e deve essere consapevole che deve guadagnarsi la fiducia confermando che ne è valsa la pena». (agg. di Silvana Palazzo)
RENZI “VALEVA LA PENA APRIRE CRISI”
Non si sono fatte attendere le reazioni del mondo della politica al discorso del nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi, in Senato. Matteo Salvini, ad esempio, ha twittato quanto segue: “Più salute e meno tasse, più rimpatri e meno burocrazia, più cantieri e meno sprechi, responsabilità e rispetto nei confronti delle future generazioni, orgoglio di essere italiani. Ottimo punto di partenza, nel nome di efficienza, trasparenza e cambiamento. La Lega c’è!”. Matteo Renzi ha sottolineato invece: “Se qualcuno avesse avuto dei dubbi, ascolti Draghi… Valeva la pena aprire la crisi? Sì. Il discorso di Draghi è straordinario”.
Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, su Twitter ha scritto: “Bene il presidente Draghi. Dalle sue parole una conferma: l’Italia è in buone mani. Il Pd farà la sua parte in questa sfida”. Il neoministro Renato Brunetta ha “ritrovato un grande Draghi, siamo fortunati. Un ottimo discorso, ossuto, essenziale, come quelli che faceva in Bankitalia e in Bce, ma qua in Parlamento ha una valenza straordinaria, senza retorica o captatio benevolentiae”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
MARIO DRAGHI: “SARÀ GOVERNO EUROPEISTA E ATLANTISTA”
È durato quasi cinquanta minuti il primo discorso di Mario Draghi da presidente del Consiglio, tenuto questa mattina di fronte al Senato. “Le missioni del mio programma di Governo – ha dichiarato – saranno innovazione, digitalizzazione, competitività e cultura, transizione ecologica, infrastrutture, ricerca, salute, parità di genere e filiera produttiva. Dovremo poi anche rafforzare il programma per gli obiettivi strategici e le riforme che li accompagnano“.
“Il programma – ha aggiunto – indicherà obiettivi per il prossimo decennio, con una tappa intermedia per l’anno finale del Next Generation, il 2026. Dovremo dire a cosa punteremo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione Europea vuole arrivare a zero emissioni di CO2″. Per poi affermare: “Questo sarà un Governo convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia, che abbiamo scelto fin dal Dopoguerra, in un percorso che ha portato benessere, sicurezza e prestigio internazionale. Abbiamo una profonda vocazione verso un multilateralismo efficace. L’Italia dovrà rafforzare e meglio strutturare il rapporto con Francia e Germania e con gli Stati con cui siamo accomunati dalla condivisione di problematiche, come quella ambientale e migratoria (Spagna, Grecia, Malta, Cipro). Ci adopereremo anche per alimentare meccanismi di dialogo con la Russia”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
MARIO DRAGHI: “PUNTARE TUTTO SUI VACCINI”
“Il principale dovere a cui siamo chiamati tutti è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea in cui combattiamo insieme”. Con queste parole il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha aperto il suo discorso al Senato, nel quale ha illustrato il suo programma di Governo, in attesa del voto di fiducia che, almeno per quanto concerne i senatori, non giungerà prima delle 22.30. “Importante sarà il piano di vaccinazione – ha aggiunto –: la nostra prima sfida è quella di distribuire il vaccino rapidamente ed efficientemente, mobilitando la protezione civile, le forze armate, i tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, che spesso non sono ancora pronti, facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi, che ora vengono effettuati anche fuori dagli ospedali. La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui, ma anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
MARIO DRAGHI PARLA AL SENATO: ASSENZE FRA 23 MINISTRI
Debutterà tra pochi minuti al Senato il nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi, e lo farà con un discorso i cui contenuti sono in parte già filtrati, ma sul quale vige il massimo riserbo. Da Palazzo Chigi giunge un’indiscrezione: non dovrebbe trattarsi di un monologo troppo lungo, bensì mirato sulle tematiche principali che riguardano l’Italia, che ora come non mai si trova ad affrontare un periodo storico di massima e inenarrabile difficoltà.
Come ricorda Rai News, in occasione delle sue dichiarazioni al Quirinale, Draghi aveva dichiarato che “la consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione”, aggiungendo che “abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro Paese, con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale”. Curiosità: non tutti i 23 ministri saranno presenti in Senato per sostenere Mario Draghi, a causa dell’emergenza sanitaria che impone il rispetto di determinati e precisi paletti numerici. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
MARIO DRAGHI, VOTO DI FIDUCIA AL SENATO
Alle ore 10 al Senato il Presidente del Consiglio Mario Draghi esordisce in Parlamento con il discorso su cui chiederà il primo voto di fiducia al Governo appena insediato dopo la fine del Conte-bis: con la consueta diretta in video streaming sul canale YouTube di Palazzo Madama, la lunga giornata al Senato vedrà poi l’effettivo voto dei parlamentari previsto non prima delle ore 22. Un discorso molto atteso non solo perché il primo dell’ex Governatore BCE al Parlamento italiano ma perché darà finalmente corpo al progetto politico cui tenderà l’esecutivo, dopo una prima settimana di assoluto silenzio da Palazzo Chigi, elemento in netta controtendenza rispetto al suo predecessore.
Il Governo di “unità nazionale” a cui hanno aderito, non senza fibrillazioni, il Centrosinistra, M5s e parte del Centrodestra (esclusi solo Sinistra Italiana e Fratelli d’Italia) nasce ufficialmente oggi al Senato e domani alla Camera: i numeri non dovrebbero mancare, anche qualora i “malpancisti-ribelli” del Movimento 5 Stelle dovessero votare contro o astenersi, ma resta da capire quale sarà la vera cornice di forze parlamentari sulle quali potrà contare il nuovo Premier Mario Draghi.
IL DISCORSO DI DRAGHI: COSA DIRÀ
La premessa sarà l’unità non solo nella squadra di Governo ma anche con tutte le forze politiche per far fronte alle sfide del Paese a livello politico: una cornice che si confermerà – come già fatto sapere nel brevissimo discorso dopo l’incarico accettato al Quirinale – atlantista, europea, ambientale, proiettata al rispondere all’emergenza sanitaria con piano vaccini. Il rilancio del Paese passerà poi al Recovery Fund e per questo motivo il Presidente del Consiglio oggi informerà il Senato (e domani la Camera) su quali parti intenderà riscrivere una bozza per nulla accettata da Commissione Europea e buona parte delle forze politiche oggi in appoggio al Governo Draghi (Renzi, Salvini e Berlusconi su tutti). Riforme fiscali, lavoro, scuola e sanità: su queste linee si muoverà il programma del Governo Draghi al quale oggi verrà chiesta la prima fiducia parlamentare.
I tempi del dibattito parlamentare, che sarà aperto alle 10 dal discorso del Presidente del Consiglio Mario Draghi, si sono dilatati e sono stati confermati ieri sera dalla conferenza dei capigruppo: obiettivo dare spazio a tutti i gruppi, aumentati di numero con la recente costituzione di Europeisti-Maie-Centro democratico. Dopo la pausa prevista perché alle 11.30 Draghi si recherà a depositare il testo delle sue dichiarazioni alla Camera dei deputati, il Senato riprenderà i lavori dalle 12.30: le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 20.30, o comunque dopo le 20. La chiama finale invece dalle 22.
VOTO FIDUCIA AL SENATO: LE POSIZIONI IN CAMPO
Con la sola presenza di Fratelli d’Italia all’opposizione – e del piccolo gruppo di Sinistra Italiana che si è distaccata da LeU, invece rimasto a sostegno del Governo – il Governo Draghi si appresta ad essere il più ampio consenso della storia parlamentare: a rappresentare incognite allo schema attualmente fissato a M5s-Pd-Lega-Forza Italia-Italia Viva-Azione-LeU-Cd-Maie-Noi con l’Italia-Idea-Cambiamo sono le situazioni interne al Movimento 5Stelle. L’addio di Di Battista e la fronda di ribelli anti-Draghi mettono sul tavolo l’ipotesi scissione che potrà verificarsi o smentirsi già questa sera al Senato: alla fine potrebbero essere una 20 di voti contrari a Palazzo Madama e 15 alla Camera, consegnando comunque numeri importanti all’esecutivo in rampa di lancio. Il Governo monti ebbe nel 2011 281 voti favorevoli al Senato e 556 alla Camera ma l’impressione è che l’emergenza nazionale e l’appoggio di Salvini e Berlusconi al Governo Draghi possa far superare quelle cifre “record”.
L’INTERGRUPPO “BENEDETTO” DA CONTE
Per provare a “marcare” il territorio di una centralità del Centrosinistra ancora nel terzo Governo della legislatura ieri è nato il nuovo Intergruppo parlamentare composto da Pd-M5s-LeU: «a partire dall’esperienza positiva del Governo Conte II, promuova iniziative comuni sulle grandi sfide del Paese, dalla emergenza sanitaria, economica e sociale fino alla transizione ecologica ed alla innovazione digitale. Con questo spirito, da domani, saremo insieme per rilanciare e ricostruire il nostro Paese», spiegano in una nota congiunta i capigruppo al Senato Ettore Licheri (M5s), Andrea Marcucci (Pd) e Loredana De Petris (LeU-Misto). Plaude l’ex Premier Giuseppe Conte che commenta a stretto giro «L’iniziativa di un intergruppo parlamentare per promuovere iniziative che rilancino l’esperienza positiva di governo che si è appena conclusa è giusta e opportuna […] urgente l’esigenza di costruire spazi e percorsi di riflessione che valorizzino il lavoro comune già svolto e contribuiscano ad indirizzare la svolta ecologica e digitale e le riforme di efficientamento della Pa e della giustizia nel segno di una maggiore equità e inclusione sociale». Di contro, il Centrodestra prosegue nella linea di collaborazione in attesa di influire attivamente ai progetti di riforma annunciati da Draghi durante le consultazioni: Salvini ha incontrato lunedì alla Camera il segretario del Pd Zingaretti per discutere di lavoro e blocco dei licenziamenti e nei prossimi giorni sono previsti nuovi incontri anche con gli altri leader, da Renzi a Di Maio fino a Berlusconi e Speranza.