Mia Martini è un’icona della musica italiana e il suo ricordo è sempre presente. A Oggi è un altro giorno sono intervenuti Mario Lavezzi e Dario Baldan Bembo per ripercorrere la gloriosa carriera della cantante. “Io ho scritto tante canzoni per lei”, ha esordito Baldan Bembo: “Parlano pochissimo di ‘Donna sola’, che ha due record che nessuno conosce: il primo è la canzone più trascurata che nessuno conosce, ma è quella che l’ha fatta impazzire di più; il secondo è che è la canzone che ha venduto di più, 2 milioni e mezzo di copie”.
Dario Baldan Bembo ha poi parlato di ‘Piccolo uomo’: “È stata la prima canzone che mi ha permesso di avere un rapporto con Mimì. Io confessai all’editore che non mi piaceva il ritornello. Bruno Lauzi era dietro le quinte quando dissi queste cose. Dopo la vittoria del Festivalbar, Bruno Lauzi mi disse: ‘Hai visto che abbiamo venduto tanto piiii…rla’”.
MARIO LAVEZZI E DARIO BALDAN BEMBO RICORDANO MIA MARTINI
“Dopo aver conosciuto Mimì, mi sono fidanzato con Loredana Bertè ed ebbi la possibilità di conoscerla pienamente. Abbiamo avuto una grande amicizia”, ha spiegato invece Mario Lavezzi, per poi rivelare un aneddoto: “Con Loredana abbiamo fatto tante cose. Io avevo fatto l’album di Loredana, all’interno del disco avevo messo dentro una canzone ripresa dal repertorio di Battisti. Facemmo l’ascolto dell’album, poi lei lo fece ascoltare a Mimì e volle cambiare ‘E la luna bussò’ con un altro brano, consigliato da Mia Martini”. Dario Baldan Bembo ha poi aggiunto, ricollegandosi a ‘Gli uomini non cambiano’: “Rifletteva il suo rapporto con gli uomini”. E ha ricordato un aneddoto: “Era il 1995, l’anno della sua scomparsa. Due mesi prima ero in una discoteca a Brera. Ero con degli amici che bevevo qualcosa, c’era un’orchestrina. A un certo punto vedo arrivare Mimì e non la vedevo da tanti anni, avevamo smesso di lavorare con lei negli anni Settanta. Ci mettemmo a parlare, poi ad un certo punto decise di cantare qualcosa: facemmo un concerto unico e irripetibile, improvvisato. Abbiamo cantato tantissimi brani. Due mesi dopo mi chiamò Renato Zero per dirmi della sua morte. Mi è venuto un brivido, perchè due mesi prima eravamo a cantare insieme. Questa cosa l’ho interpretata come se fosse stato un segnale, come se mi avesse ringraziato per quello che avevo scritto per lei”.