“Vi racconto Massimo Troisi”
Dopo il Festival di Berlino, Mario Martone è pronto a presentare il suo documentario su Massimo Troisi anche a Roma. A Oggi è un altro giorno, il regista ha raccontato: “È stata un’immersione stupenda nel mondo di Massimo e spero che il pubblico lo ritrovi vedendolo al cinema. Io e Massimo siamo stati amici per un anno e più. All’inizio del film io lo racconto in breve. Eravamo a Montpellier, in Francia, ad un festival di cinema e lui vide il mio primo film. Andiamo a cena e lui non dice una parola, allora pensavo che fosse andato male. Ad un certo punto la notte tutti ci salutiamo, lui mi prende sotto braccio e abbiamo cominciato a parlare”.
Da quel momento, tra i due è cominciato un rapporto di amicizia: “Da lì ci siamo visti varie volte a Roma e c’era il desiderio di fare un film insieme prima o poi. A lui piaceva lavorare con altri registi. Dopo tanto tempo, quando mi è stato proposto di fare questo documentario, ho detto “Sì, voglio fare questo film con Massimo” e non per Massimo”.
Il regista: “Troisi parlava in napoletano ma lo capivano ovunque”
Mario Martone, A Oggi è un altro giorno, ha parlato del cinema di Massimo Troisi: “Ha fatto delle vere e proprie rivoluzioni. I ragazzi non possono neanche immaginare cosa significhi “Ricomincio da tre”. Tutti lo abbiamo visto più e più volte al cinema, ha portato una ventata incredibile di novità”. All’interno del documentario, vengono mostrati spezzoni dei film di Troisi stesso: “La cosa di cui sono grato ai miei produttori è che nel film vediamo i suoi film. Il mio discorso sul suo cinema aveva bisogno di questo. Loro sono stati generosi e bravi nel ricomporre questo. Chi vede il documentario vede anche i suoi film, da “Ricomincio da tre” a “Il Postino”. Lui era un tutt’uno anche con questo suo parlare mozzicato, i gesti… Lui con questo sbaragliava, riusciva a comunicare, parlava in napoletano eppure lo capivano ovunque”.
Raccontando ancora Massimo, Martone racconta: “A Sanremo se ne è scappato. La cosa bellissima che raccontiamo nel film è che nei titoli c’era il suo nome. Ma lui non voleva essere censurato allora se ne è andato”. La vita dell’attore è stata segnata da due malattie, una da giovanissimo e una che lo ha portato alla morte. Il regista ne parla così: “Lui si ammala quando è ragazzo, poi ne esce benissimo. Tanto che ha fatto i suoi film, ha giocato a pallone, ha avuto i suoi amori… Ha fatto tante cose, è stato straordinario. È riuscito anche a fare Il Postino, anche se purtroppo lì la malattia è ritornato. Tra i due momenti dolorosi c’è lo splendore di una vita piena. È bello vedere come lui viveva, nonostante la fragilità. Non faceva piagnistei“.