Mario Merola è morto parecchi anni fa, ma il suo ricordo continua ad essere ben impresso nella mente e nel cuore di chi lo ha amato. Poco prima di lasciare sua moglie e i suoi tre figli, lo showman partenopeo chiese di far scrivere sulla sua lapide “vi ho voluto bene pensatemi”. Una rivelazione fatta direttamente dal figlio Francesco, che ancora oggi avverte la mancanza dell’indimenticabile padre, morto a causa di un arresto cardiocircolatorio all’età di settantadue anni.
“Ovunque io vado trovo delle persone che hanno una foto con mio padre ed io sono onorato”, spiega il figlio in una intervista riportata sulle pagine de Il Mattino. Autore del famoso ‘Zappatore’, Mario Merola ha scritto pagine iconiche della canzone nostrana e napoletana. Con il suo stile e la sua originalità ha raccontato gioie e dolori della sua Napoli, diventandone l’emblema.
Mario Merola, com’è morto? Il ricordo del figlio Francesco: “Era qualcosa di indescrivibile”
Difficile non emozionarsi ripensando a Mario Merola, soprattutto per il figlio Francesco che ancora oggi non nega di pensare ogni giorno al padre. “Il dolore è ogni giorno perché non esiste momento in cui non penso a lui. Mio padre era un grande uomo, un artista immenso e non manca solo alla famiglia a ma tutti”. Oggi, infatti, il Mario Merola che manca di più è probabilmente il Mario Merola uomo.
Non perché non si senta l’assenza della sua grandezza artistica, quanto perché la sua generosità e la sua umanità erano senza uguali. “Era un qualcosa di indescrivibile. A Napoli si dice “o babbà”: questo era Mario Merola”, ha detto emozionato il figlio Francesco, che con il padre partecipò al Festival di Napoli del 2001, conquistando la kermesse con “L’urdermo emigrante”.