Mario Merola, com’è morto l’icona della cultura musicale partenopea

La cultura napoletana viene spesso definita tentacolare, nella sua accezione più positiva. Grazie a grandi artisti, interpreti e cantori delle bellezze partenopee, l’immagine della città all’ombra del Vesuvio è osservata dal mondo con ammirazione e orgoglio. Uno dei massimi rappresentanti dell’arte napoletana è stato senza dubbio Mario Merola; soprannominato “La voce di Napoli”, è riuscito ad imporsi come vero e proprio maestro non solo in ambito musicale ma anche della cosiddetta “sceneggiata”.



Le canzoni di Mario Merola sono ancora oggi un ‘must’ per chi ama la cultura artistica napoletana, così come indimenticabili sono i film dove l’arte delle sceneggiata si è elevata senza pari grazie al suo contributo. L’attore e cantante si è spento il 12 novembre del 2006 dopo aver lottato per anni contro la malattia e in seguito ad un peggioramento improvviso delle sue condizioni di salute a causa di problemi legati all’apparato cardio respiratorio.



Mario Merola, malattia: il toccante ricordo del figlio Francesco Merola

Come anticipato, Mario Merola era già alle prese con una malattia da diverso tempo prima di passare tristemente a miglior vita nel novembre del 2006. Le sue condizioni si aggravarono alcuni giorni prima del decesso dopo aver consumato delle cozze crude. Tempestivo fu il ricovero presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dopo aver riscontrato una insufficienza cardio respiratoria.

Mario Merola ha lottato con determinazione contro la malattia e dopo lo spavento sembrava anche che le sue condizioni potessero migliorare. Pochi giorni dopo il ricovero arrivò però la triste notizia; a causa di un arresto cardiocircolatorio, “La voce di Napoli” si spense lasciando un vuoto enorme nella cultura partenopea e nel cuore dei suoi affetti. Suo figlio, Francesco Merola, ricorda ogni anno con dolore quella triste data come dimostrato dalle parole toccanti e struggenti che affida ai social: “Oggi un giorno maledetto che però è storia, ti amo papà; mi manchi sempre più di tutti”.