Mario Merola, la carriera del “Zappatore”

Mario Merola è il padre di Francesco Merola, ma è conosciuto da tutti come il re delle sceneggiata napoletana. Un vero mito senza tempo nato il 6 aprile del 1934 a Napoli, zona Mercato, da Giuseppe Merola e Maddalena Esposito. Prima di lanciarsi nel mondo della musica e dello spettacolo, Mario si è fatto conoscere ed apprezzare come calciatore giocando nelle giovanili del Napoli come terzino per poi toccare un traguardo importante: giocare in serie C nella squadra del Portugal, per intenderci quella che oggi è capitanata da da Cristiano Ronaldo. Sin da ragazzo però si è rimboccato le mani lavorando anche al porto, mentre durante il tempo libero si dedicata alla musica con l’amico e collega Salvatore De Lillo.



Nel 1964 sposa la donna della sua vita: Rosa Serrapiglia. Un amore importante per il cantante napoletano suggellato anche dalla nascita di tre “pezzi di cuore”, i suoi figli Michele, Loredana e Francesco. Tra loro solo l’ultimo ripercorrerà le orma del padre diventando una cantante ed organizzatore d’eventi. La carriera di Mario Merola cantante inizia alla fine degli anni ’50 durante il concorso canora “Trianon di Napoli” con il brano “Senza guapparia”. Seguono una serie di partecipazioni al Festival di Napoli tra cui menzioniamo 1964 in coppia con Elsa Quarta nel brano “Doce e’ ‘o silenzio”. Nel 1962 pubblica il primo album al cui interno c’è anche il brano “Malufiglio” che diventa una sceneggiata.

Mario Merola, ecco qual’è al causa della morte

Negli anni ’70 Mario Merola si divide tra musica e cinema. Sono gli anni dei primi film che danno il via ad un nuovo genere cinematografico: la sceneggiata napoletana. Nel 1973 recita nel primo film “Sgarro alla camorra” diretto da Ettore Maria Fizzarotti. Qualche anno dopo arrivano i primi grandi successi: da “L’ultimo guappo” a “Napoli…serenata calibro 9” fino a “Il mammasantissima”. La consacrazione cinematografica arriva nel 1980 con la sceneggiata “Zappatore” che successivamente diventa un film da 6 miliardi di lire di incasso.

Seguono tantissimi film di successo: “Napoli, Palermo, New York – Il triangolo della camorra”, “Lacrime napulitane”, “I figli… so’ pezzi ‘e core” ispirato all’omonimo brano, fino a “Guapparia”. Nel 1999 è la volta di “Cient’anne” con Gigi D’Alessio, Giorgio Mastrota e George Hilton. Nel 2006 la morte: il cantante ha un malore legato ad un’intossicazione alimentare, a cui segue un arresto cardiocircolatorio il 12 novembre del 2006 all’Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia.