Mario Monicelli è tra i protagonisti de “Le grandi interviste“, il programma di Enzo Biagi trasmesso in replica nella prima serata di Rai3. Questa settimana le interviste sono dedicati ai grandi del cinema italiano con il profilo di due registi che hanno fatto la storia del cinema come Federico Fellini e Mario Monicelli. Il regista di “Amici miei”, film cult del 1975, durante la sua straordinaria carriera ha lavorato con grandi nomi del cinema: da Toto nel film “Totò cerca casa”, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò, e Claudia Cardinale nel film “I soliti ignoti” fino a a “Il marchese del Grillo” con l’indimenticabile Alberto Sordi. Tra le altre pellicole celebri del regista toscano non possiamo non menzionare: “L’armata Brancaleone”, “Speriamo che sia femmina”, “Parenti serpenti” e “Cari fottutissimi amici”. Proprio su Alberto Sordi, Monnicelli disse alla stampa: “le nostre divergenze politiche o religiose non sono mai state d’ostacolo a un’amicizia lunga e duratura” tornando poi a sottolineare quanto quel nomignolo “avaro” fosse solo una menzogna: “Sordi donava moltissimi soldi ad associazioni benefiche di assistenza ai bambini o ai malati. Forse lo faceva anche per conquistarsi la benevolenza di qualcuno, questo non lo so. So però che nella sua vita ha regalato miliardi”.
Mario Monicelli: “Non aspetterò la morte in un letto d’ospedale”
Burbero, sagace e anticonformista, Mario Monicelli è stato uno dei maestri del cinema italiano. Un talento senza eguali scomparso all’età di 85 anni a Roma per un suicidio legato ad un brutto tumore che l’ha colpito in vecchiaia. “Non aspetterò la morte in un letto d’ospedale, con i parenti che mi portano la minestrina” è stata una delle sue ultime dichiarazioni rilasciate alla stampa fino al folle gesto per molti, ma che non sorprese la compagna Chiara Rapaccini che, in merito alla scomparsa del suo compagno, disse: “Mario è morto il 29 novembre del 2010 buttandosi dal quinto piano di un ospedale romano. Si è «schiantato» come direbbe lui. Gli piaceva la parola «schiantarsi»: “Mi sono schiantato contro un pino, diceva orgoglioso raccontando un incidente che gli era capitato nel 1998, quindici fratture multiple, sette operazioni, un mese di rianimazione e tre di reparto”.
Mario Monicelli: “ho pensato di raccontare quest’angolo di Roma”
Una carriera senza eguali quella di Mario Monicelli che ha iniziato con Steno Stefano Vanzina dirigendo alcuni film del grandissimo Totò, anche se lui non amava essere chiamato un autore. Scarpelli parlando proprio del regista ha confessato: “Mario non desiderava essere preso troppo sul serio e soprattutto non voleva prendersi troppo sul serio, non si stancava di ribadire la sua matrice creativa comica, da Totò indietro fino alla Commedia dell’Arte”. Buona parte della sua vita Monicelli li ha trascorsi nel quartiere Monti di Roma, un posto a cui è stato molto legato al punto da dedicare un corto pubblicato su L’Espresso. Parlando proprio di questo quartiere disse: “mi sono trovato particolarmente bene. La gente mi conosce e mi saluta. La mattina, durante la passeggiata quotidiana, entro nelle botteghe degli amici, faccio un po’ di spesa, scambio due chiacchiere con le persone che conosco da tanti anni. E allora ho pensato di raccontare quest’angolo di Roma che è un po’ borgata, un po’ paese, senza mettere al centro la “grande” storia, la Suburra o gli archi carichi di passato, ma una giornata comune, che è un po’ anche la mia”.