, Mario Monti ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Repubblica nella quale ha parto anche di temi più strettamente politici. Basti pensare al dossier Recovery Fund, accolto come una vittoria dal Governo giallorosso: secondo l’ex presidente del Consiglio si corre il rischio di non sapere come spendere il denaro in tempi relativamente brevi e in modo che «aumenti la capacità produttiva e di conseguenza il gettito fiscale con il quale pagare gli interessi e rimborsare il debito». Ma il timore del senatore a vita è un altro: «Peggio ancora, si rischia che gli italiani sviluppino una certa assuefazione all’assistenza: ora sono sospesi tutti i vincoli europei, ma questa sospensione non significa – come pensano alcuni settori dell’opinione pubblica in Italia o in Francia – un riconoscimento di “colpe” precedenti da parte dell’Ue. Temo che quando le regole europee verranno ripristinate, dopo essere state riformate alla luce dell’esperienza, si rischi anche la stabilità psicologica di chi oggi le considera abolite per sempre».
MARIO MONTI: “MES? POCO RESPONSABILE RINUNCIARCI”
Archiviato il dossier Recovery Fund, Mario Monti ha poi detto la sua sul Mes. Il fondo salva-Stati è da sempre al centro del dibattito politico tra Governo e opposizione, ma anche tra le stesse forze di maggioranza. L’ex presidente del Consiglio ha evidenziato che a suo avviso sarebbe poco responsabile rinunciare al Mes per motivi mai spiegati e che «stanno tra l’ideologia, la mistica e la falsa ricostruzione storica». Monti ha poi ricordato che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha indicato 20 miliardi di euro di spese necessarie per il suo settore: «Dubito che il sistema politico italiano, ormai specializzato in spesa pubblica corrente e in particolare in concessione di bonus che hanno un immediato ritorno in termini elettorali, abbia la forza di fare investimenti di questo tipo. A quel punto il Mes potrebbe tornare utile perché l’unica sua condizionalità, che i fondi vadano direttamente o indirettamente a progetti legati alla salute, potrebbe supplire alla volontà politica un po’ cedevole».