Mario Roggero, il gioielliere che sparò e uccise due ladri a Grinzane Cavour ferendone un terzo, è stato condannato a 17 anni per duplice omicidio volontario e uno tentato. Non fu legittima difesa o un suo eccesso secondo la Corte d’Assise di Asti (presidente Alberto Giannone, giudice a latere Elio Sparacino) che, dopo due ore e mezza di camera di consiglio, ha accolto la ricostruzione del pubblico ministero Davide Greco. Anzi, ne ha inasprito la pena, visto che la richiesta era stata di 14 anni di reclusione. A Mario Roggero, difeso dagli avvocati Dario Bolognesi e Nicola Fava, sono state concesse le attenuanti generiche e quella di aver agito dopo provocazione.
Inoltre, è stata riconosciuta una provvisionale di 460mila euro ai familiari delle vittime, assistiti tra gli altri dagli avvocati Marino Careglio, Angelo Panza e Giuseppe Caruso. «È una follia, viva la delinquenza, viva la criminalità. Bel segnale per l’Italia», la reazione a caldo del gioielliere dopo la sentenza. Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Salvini: «Piena solidarietà a un uomo di 68 anni che, dopo una vita di impegno e di sacrifici, ha difeso la propria vita e il proprio lavoro. A meritare il carcere dovrebbero essere altri, veri delinquenti, non persone come Mario», ha dichiarato il vicepremier.
MARIO ROGGERO SMENTITO DALLE IMMAGINI DELLE TELECAMERE
Mario Roggero uccise due rapinatori, Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli, che avevano assalto la sua gioielleria a Grinzane Cavour il 28 aprile 2021. Il gioielliere aveva sempre respinto le accuse, invocando la legittima difesa e chiedendo l’assoluzione. In particolare, faceva leva sulla paura che aveva causato una precedente rapina, subita anni prima. Nel 2015, infatti, aveva subito una violenta rapina durante la quale fu picchiato e gli fu rotto il setto nasale. Le immagini delle telecamere, che hanno ripreso internamente ed esternamente la scena della rapina, mostrano come Mario Roggero abbia sparato ai rapinatori non dentro il negozio, ma fuori. Come evidenziato da Repubblica, li aveva inseguiti per strada, freddandoli come in un’esecuzione ed era arrivato ad accanirsi sul cadavere di uno con dei calci. Invece, un terzo rapinatore – Alessandro Modica – era riuscito a salvarsi, riportando ferite ad una gamba. Al gioielliere era contestato anche il porto abusivo di arma, perché non avrebbe potuto portare il revolver fuori dal negozio.