Mario Roggero torna a parlare della condanna a 17 anni ricevuta per aver ucciso due rapinatori che nel 2021 entrarono nel suo negozio per derubarlo. A La Verità, spiega cosa ci fu dietro quel gesto di impeto e violenza: “Avevano riempito il borsone, e sono usciti. Io in quel momento non vedevo più mia moglie, mi chiedevo dove fosse, pensavo l’avessero presa. Ho aperto la porta del negozio, ho guardato a destra e a sinistra, ho visto che erano a sinistra parcheggiati dopo tre o quattro auto. Il mio primo desiderio era quello di fermare l’auto per vedere dentro. Ho sparato un colpo nel deflettore sinistro. Ho preso lo specchietto retrovisore che è caduto per terra ed è esploso il vetro. C’era già alla guida uno dei rapinatori. Avessi voluto puntare direttamente a quello avrei potuto farlo, ma non potevo sparare in una auto in cui pensavo ci fosse mia moglie”.



Poi il secondo colpo con il quale, rivela, “ho preso il vetro. Giro attorno alla macchina. Vedo l’autista seduto, e un altro che sta salendo, anzi è praticamente già salito. Si sta tenendo con la mano destra al poggiatesta anteriore del sedile di guida e ha ancora la pistola. Io vedo in una frazione di secondo che non c’è mia moglie e che lui ha l’arma puntata verso di me, e mi dico: “Se lui spara, sono morto”. Quindi immediatamente sparo tre colpi“.



Roggero: “Ho sparato alla gamba, non volevo colpire il cuore”

La rapina, quegli attimi concitati e poi i colpi. Mario Roggero, spiega che non avrebbe voluto uccidere i rapinatori e prova a chiarire la dinamica degli eventi. “Il primo l’ho colpito sopra l’anca. Il colpo ha fatto una traiettoria di circa 50-60 centimetri ed è andato a sfiorare il cuore, cioè a bucare un ventricolo del cuore. Ho sparato alla gamba, non volevo colpire il cuore, ma lui era quasi in orizzontale. Il destino ha voluto così”. Poi, gli altri colpi agli altri due rapinatori: “Uno aspettava di entrare nell’auto ma sentendo i colpi si è chinato, io gli ho sparato mirando alla coscia, ma il proiettile è entrato nella parte bassa della schiena e ha fatto un percorso tortuoso, finendo al cuore. L’autista l’ho colpito al ginocchio. Se avessi voluto sparargli in faccia o in testa, come sostiene l’accusa, avrei mirato più in alto” rivela a La Verità.



Il gioielliere, poi, spiega ancora: “Come sparo il quarto colpo, me li vedo scappare tutti. Vedo quello davanti a me che scappa a sinistra, un altro scende dalla macchina. Allora io giro attorno all’auto, e vedo che uno corre dietro la macchina e si siede per terra. Quando li ho visti correre ho pensato di non aver colpito nessuno, o meglio di aver colpito solo quello che si era seduto. Non è vero che ho sparato come se avessi una mitragliatrice, correndo ho sparato un solo colpo, poi non ne avevo più”. Le immagini mostrano Roggero prendere a calci un uomo a terra: “Gli ho chiesto dove fosse mia moglie, mi ha detto che non lo sapeva. E gli ho dato due o tre calci, sì, per le botte che mi sono preso dentro il negozio, questo è vero e me ne rammarico” racconta.