Marisa Laurito oggi ha 69 anni: popolarissimo volto della televisione soprattutto negli anni Ottanta e Novanta, da tempo non frequenta più i nostri schermi. La sua risposta, che ha dato anche in una lunga intervista concessa al magazine de Il Fatto Quotidiano, è duplice: a chi le chiede quando si potrà tornare a vederla dice che sta solo aspettando che le offrano qualcosa, in realtà rivela che le chiamate non mancano ma sono tutte cose che non le interessano (per esempio Amici Celebrities, la cui modalità di gara non le andava troppo a genio). “La tv di oggi è scadente: ci sono poche idee, non c’è la voglia di azzardare come negli anni Ottanta e Novanta”. E’ tutto “cotto e mangiato” dice Marisa, una napoletana doc che ha parlato a tutto tondo dei suoi esordi e di come sia arrivata a fare televisione, sciorinando un’esperienza dopo l’altra nei suoi ricordi.



MARISA LAURITO PARLA DI RENZO ARBORE

Ad esempio, dice che suo padre voleva per lei un titolo di studio e dei figli; ma proprio la determinazione del genitore rappresentò la grande spinta per ribellarsi e realizzarsi. Alla fine, i figli non sono arrivati proprio per scelta: “Quando metti al mondo un figlio devi essere conscio che richiede un impegno emotivo e un tempo che io non avrei potuto garantirgli”. Nella disciplina impostagli da papà c’è dunque uno dei segreti per la carriera che poi è arrivata; l’altro è stato quello di aver incrociato lungo la strada personaggi eccezionali. La Laurito ne cita in particolare due: Luciano De Crescenzo e Renzo Arbore. “Artisti straordinari ed esseri umani specialissimi” dice oggi di loro. E racconta che la reazione del pubblico a Quelli della notte fu inizialmente tiepida: sappiamo poi tutti come è andata, la trasmissione è diventata un cult. Come del resto Domenica In, cui lei ha partecipato vincendo anche un Telegatto.



Di quell’esperienza però i ricordi sono leggermente diversi: Marisa Laurito riconosce quanto fosse complicato lavorare con Gianni Boncompagni, “quando le cose funzionavano non si cambiava e si replicavano all’infinito”. Filosofia del tutto diversa da quella che Renzo Arbore le aveva insegnato, ovvero “fai una cosa ma, anche se ha successo, volta pagina. L’attrice riconosce oggi di aver sbagliato a cavalcare quell’onda. C’è poi il ricordo dell’incontro con Eduardo De Filippo e quel primo contratto firmato, che fece infuriare il padre: al commediografo Marisa piacque talmente tanto che, pur di farle interpretare una donna di campagna, spese del tempo per cancellare dal copione tutte le parole con la R perché, avendo la Laurito la erre moscia, avrebbe dato un’inflessione nobile al personaggio. “Con Eduardo ho fatto la gavetta: ruoli piccoli e poi sempre più grandi”. Oggi la Laurito dice che quella è stata la palestra in cui ha imparato tutto.

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