Marisa Laurito ha rilasciato una lunga intervista a “Sette” (“Il Corriere della Sera”), nella quale ha ripercorso la sua vita da attrice, ma, soprattutto, ha rivelato che, quando era molto giovane, accadde una cosa che ha cambiato il suo modo di vedere le cose. La donna aveva perso la madre che adorava da pochi mesi, era disperata e raccontava in lacrime i suoi affanni al suo caro amico Elvio Porta, che era venuto a trovarla.
A un certo punto, racconta la donna “lui mi poggiò affettuosamente la sua mano sulla spalla e all’improvviso sentii la mia anima volare in alto, mentre il mio corpo restava accasciato sulla sedia. Da lassù vedevo tutto da un altro punto di vista: la perdita di mia madre non mi provocava più dolore, sentivo la certezza che ci legava un filo sottile di amore e di gioia. Posso apparire una matta, ma è la verità di ciò che mi è accaduto: un’esperienza extracorporea, che ho poi provato con il rivivere delle vite precedenti”.
MARISA LAURITO: “QUELLI DELLA NOTTE, IL MIO SALTO NEL VUOTO”
La chiacchierata di Marisa Laurito con “Sette” è proseguita con il ricordo della sua carriera e delle esperienze più significative, sino ad arrivare a “Quelli della notte”. Fu Luciano De Crescenzo a presentarle Renzo Arbore, che disse di avere pronto un personaggio per lei: si trattava di impersonare sua cugina, che gli prestava la casa per fare la tv. Una donna tradizionalista, ingenua, che aveva un fidanzato, Scrapizza, che la tradiva con altre donne e a volte “la prendeva pure a mazzate”… Ma lei lo perdonava sempre: “Fu un salto nel vuoto, avevo una carriera avviata. Ascoltai il cuore e lo gettai oltre l’ostacolo: mi lanciai in quella meravigliosa avventura. La mia seconda carriera nasceva in televisione: devo tutto ad Arbore, mi ha insegnato a volare nel mondo dell’improvvisazione”. Poi, il matrimonio con l’ex calciatore Franco Cordova (“Da dimenticare”), l’assenza di figli, che la donna non ha mai voluto per – dice lei – un senso di responsabilità nei confronti della vita degli altri. Oggi è legata all’imprenditore bresciano Piero Pedri: “L’ho incontrato in ritardo e per caso, un altro miracolo. In quel periodo ero sola e di cattivo umore, ma anche quella volta Renzo e Luciano furono provvidenziali. Mi costrinsero ad andare a cena con loro e poi mi trascinarono in un locale a bere qualcosa. E lì incontrai Piero”.