Maristella Oliviero Tobagi non ha mai smesso di far sentire la sua voce quando il marito e giornalista Walter Tobagi è stato ucciso negli anni ottanta. Anzi, ha riletto la storia di tutta la sua famiglia anche in occasione degli interventi fatti nei vari anniversari. “Non è una celebrazione di morte, ma di vita”, ha detto più volte. Il figlio Luca invece quel giorno aveva solo 7 anni, ma ricorda tutto alla perfezione. Dopo così tanto tempo, la situazione in cui siamo vissuti negli ultimi anni mi spinge a fare tre riflessioni strettamente legate fra loro“, scrive in questi giorni ne Il Corriere della Sera, in previsione del 40° anniversario della morte del padre, previsto per oggi, 28 maggio 2020. “La prima riguarda il contesto sociale”, continua, “Avevo già avuto modo di notare, negli ultimi dieci anni, come alcuni aspetti del mondo in cui viviamo non fossero poi così cambiati rispetto al periodo in cui mio padre è morto”. Quest’anno però è stata più evidente l’involuzione, così profonda che secondo Luca ricorda molto il contesto in cui il padre viveva nel mondo del lavoro. “E che di fatto è stato propedeutico alla sua morte”, aggiunge, “Sinceramente non avrei pensato di ritornare a percepire un disagio simile a quello del nostro Paese, ma forse non dovrei essere sorpreso, data la quantità di nostalgici di quel periodo e del suo clima di ‘partecipazione'”. La fortuna dei tempi moderni, secondo Luca, è che oggi a differenza del periodo in cui il padre è stato ucciso non ci sono gli stessi episodi di violenza fisica. Anche se il degrado nelle relazioni social e nella loro gestione c’è stato, a partire dal dibattito pubblico e politico. “È diventato raro assistere a una discussione che non degeneri in rissa verbale, con i suoi protagonisti che urlano uno contro l’altro”, sottolinea, “L’insulto e la presa in giro irrispettosa non sono più l’eccezione, ma la regola”.
Luca e Benedetta, le figlie di Walter Tobagi
Luca e Benedetta Tobagi portano avanti l’eredità lasciata dal padre Walter Tobagi, il giornalista ucciso dalle brigate rosse nell’80. La figlia in particolare ha scritto la sua storia nel libro Come mi batte forte il tuo cuore, pubblicato cinque anni fa con Einaudi, che a conti fatti riguarda tutta la sua famiglia e non solo la scrittrice o la tragedia che ha coinvolto il giornalista. Prima di scrivere il testo, Benedetta ha chiesto il permesso ai parenti. “Se avessero avuto problemi a tal proposito”, ha detto tempo fa a SetteSere, “io non avrei esitato a fermarmi. Fortunatamente i tempi erano ormai maturi e quindi mi dissero di sì. In ogni caso decisi di porre due condizioni: la prima a me stessa. Volevo essere discreta e non inserire vicende troppo personali. La seconda invece ai miei cari: non avrebbero potuto leggere il libro prima che fosse concluso. Quando finalmente lo ebbero tra le mani, lo divorarono in pochissimo tempo”. La madre Maristella invece le ha fatto recapitare un mazzo di rose pallide, per farle capire che aveva intuito tutte le ellissi che aveva inserito nel romanzo. “Mi sono sempre chiesto come avrei raccontato la storia di nostro padre ai miei figli”, le ha detto invece il fratello Luca, “adesso mi hai tolto un peso, perchè so che c’è il tuo libro”. Il titolo scelto dalla figlia di Tobagi invece richiama la poesia di Wislawa Szymborska intitolata Ogni caso. Un modo per l’autrice per puntare dritto al mondo che sta dietro al componimento. “Come mi batte forte il tuo cuore è l’ultimo verso”, ha detto, “descrive uno stato d’animo completamente diverso da quello che le parole finali sembrano lasciar intuire”. Parla infatti di sollievo per via di un mancato pericolo.