Un marito troppo distratto e poco affettuoso e per questo dovrà pagare l’assegno di mantenimento della moglie, oltre che le spese legali della separazione pari a circa 7.600 euro. La vicenda è raccontata da TgCom24.it e ci giunge da Rieti, dove il tribunale ha appunto obbligato l’uomo a mantenere la moglie. Secondo la versione dello stesso, con la moglie c’erano spesso dei litigi di conseguenza erano molto rari i gesti affettuosi e i contatti fisici. Per i giudici però, tale remissione dell’uomo è stato un comportamento non consono, spiegando che “l’atteggiamento inerte del marito, che ha preferito isolarsi rispetto alle esigenze della coppia, non appare rispettoso dei doveri nascenti del matrimonio”.
La sentenza è stata emessa pochi giorni fa ma la vicenda risale al 2018 quando la moglie aveva deciso di separarsi dal marito, addossando allo stesso ogni colpa per la fine del matrimonio celebrato dal 2014 (non avevano figli). Il Messaggero sottolinea che nel 2016, dopo che alla donna era stata riconosciuta una invalidità, il rapporto fra i due ha iniziato a deteriorarsi sempre di più e a detta della moglie “i continui e ingiustificati rifiuti di intrattenere rapporti affettivi e sessuali, nonché la mancanza di qualsivoglia attenzione nei confronti della moglie, rendevano intollerabile la prosecuzione della convivenza”.
MARITO POCO AFFETTUOSO COSTRETTO A MANTENIMENO: GIUDICE DA’ RAGIONE ALLA MOGLIE
Per il marito, invece, il matrimonio è stato connotato da una condizione di conflittualità, a causa del comportamento ossessivo ed oppressivo” della donna e ciò aveva provocato un “clima familiare teso” e “i reiterati litigi avevano portato a una lenta disgregazione della vita coniugale, tanto da rendere impossibile anche l’intimità della coppia”.
Alla fine è giunta la sentenza del tribunale di Velletri secondo cui: “il comprovato e pacifico atteggiamento di chiusura e di isolazionismo del marito rispetto ai rapporti intimi e, in generale, rispetto alle reiterate richieste di affetto da parte della moglie, determina una ingiustificata violazione dei doveri coniugali, relativamente al dovere di assistenza morale”. Di conseguenza è stato addebitato al marito il mantenimento dell’ex moglie e le spese legali del processo: “Né, d’altro canto, vale affermare che il rapporto coniugale fosse connotato da un’elevata conflittualità e che non vi fosse spazio per le manifestazione affettuose di coppia, come sostenuto dal marito, poiché la vita matrimoniale deve essere caratterizzata, come più sopra evidenziato, dall’assistenza morale e sostegno reciproco”.