È ancora in attesa di soluzione il giallo di Carovigno, località in provincia di Brindisi, dove a inizio marzo sono stati ritrovati privi di vita Antonio Calò, 70 anni, e Caterina Martucci, 64, marito e moglie. I loro corpi giacevano nella loro abitazione di campagna nella frazione di Serranova. Quello dell’uomo, freddato con un singolo sparo, era riverso a terra in soggiorno, mentre il cadavere della donna, uccisa con due fucilate, è stato ritrovato nella stanza da letto.



La trasmissione di Rai Due “Ore 14”, che si è occupata del caso, ha ricostruito lo spaccato di vita quotidiana dei due coniugi. Antonio e Caterina erano marito e moglie da oltre 40 anni, sempre trascorsi nelle campagne di Serranova. I due erano molto conosciuti in paese per via della loro grande umiltà: non avevano riscaldamento in casa, non avevano neppure un’autovettura per spostarsi. Caterina passava le sue giornate a casa, l’uomo percepiva la pensione sociale da tre anni (circa 500 euro al mese).



MARITO E MOGLIE UCCISI IN CASA A COLPI DI FUCILE. IL VICINO: “NON SO DI CHI FOSSERO I TERRENI”

Sconvolti, i nipoti di Antonio e Caterina ai microfoni di “Ore 14” si sono limitati a dire: “Non avevano soldi in casa, erano poveri, erano aiutati dalla famiglia. Noi ogni tanto li aiutavamo con la spesa, portavamo loro le medicine quando ne avevano bisogno”.

Il vicino della coppia, Agostino Padalino, ha commentato: “Io per Antonio ero come un padre e lui per me era come un figlio. Una volta gli avevo prestato 50 euro e lui me li aveva ridati subito, appena presa la pensione. Lui viveva di ciò che guadagnava e da quasi tre anni prendeva la pensione sociale. In passato aveva fatto il parcheggiatore alla discoteca d’estate quando stava aperta. Non aveva armi in casa. I terreni? Non me ne ha mai parlato, non so di chi siano. Non abbiamo mai parlato di eredità”. Il delitto del marito e della moglie freddati in casa, al momento, non ha quindi neppure un movente.