La vita di Krizia, celebre stilista e icona della moda, ruota tutta attorno alla sua personalità forte e decisa. Nata con il nome di Mariuccia Mandelli nel lontano 1925, la stilista inizia la sua carriera negli anni Cinquanta e decide di fare suo quel nome che prende in prestito da uno dei dialoghi scritti da Platone. Il suo obiettivo è rivoluzionare lo stile delle donne e per questo decide di partire dalle gonne, che poi promuove in giro per l’Italia. La sua prima collezione risale al ’57, quando mostra al Samia i suoi lavori: abiti-frutta con stampati giganti che riescono a colpire i presenti grazie alla loro semplicità. Appena 7 anni più tardi conquista il premio Critica della moda grazie alla prima sfilata autonoma a Palazzo Pitti e viene consacrata al successo con abiti confezionati solo in bianco e nero. Oggi, giovedì 2 luglio 2020, Illuminate trasmetterà su Rai 3 il docu-film Krizia, dedicato alla nota stilista.
La sua vita verrà raccontata tramite le sue stesse parole e grazie alla voce dell’attrice Carolina Crescentini. “La moda ha sempre fatto parte della mia vita”, ha detto la stilista, “Diciamo così, io da quando ero piccola ho sempre avuto una tendenza naturale verso la moda, altri direbbero una vocazione”. L’amore di Krizia per lo stile inizia fin da bambina, grazie ad una sartoria sotto casa che inizia a frequentare spesso, con la scusa di prendere delle stoffe per gli abiti destinati alle sue bambole. In realtà la futura Krizia inizia a realizzare le sue idee grazie all’arte di cucire e scucire. “Non era una stilista da disegno, era molto manuale. Io l’ho vista lavorare, entrava nell’ufficio stile, guardava, strappava i pezzi, urlava come una matta, poi tornava, chiedeva scusa”, dice di lei il fotografo Giovanni Gastel. Clicca qui per guardare il video di Illuminate – Krizia.
Mariuccia Mandelli, Krizia: “cresciuta con un grande senso del dovere”
Mariuccia Mandelli
, in arte Krizia, non ha sempre fatto la stilista, anche se la moda era già nel suo sangue fin dalla nascita. “Sono cresciuta con un gran senso del dovere. Lo dovevo a mia madre”, ha raccontato in diverse interviste, “Ho fatto tutta la trafila, diploma magistrale, facoltà di lingue a Venezia. Mio padre aveva subito un crollo finanziario e ci eravamo trasferiti da Bergamo a Milano”. Inizia così il periodo di insegnamento della Mandelli, che pur di contribuire alle entrate familiari, accetterà di partire da casa alle 5.30 del mattino. Il ruolo di docente però le rimarrà incollato addosso solo per due anni: Krizia sente il richiamo della moda e decide di seguire la sua vena creativa. Apre così il primo atelier vendendo quella Lambretta che i genitori le avevano regalato per gli spostamenti verso la scuola. Per riuscire a farsi conoscere, la futura Krizia viaggia in tutta l’Italia con lo scopo di vendere le sue creazioni.
Sono tempi difficili e fiorenti allo stesso tempo, a causa del forte distacco fra la moda destinata all’elite e le esigenze delle classi meno abbienti. “Non ho mai voluto fare l’alta moda, non mi piaceva. Era troppo elitaria e non corrispondeva a quello che volevo”, ha detto la stilista, “cercavo la semplicità nel modo di lavorare. Sognavo di cambiare le donne, di vivere le donne”. Decide così di proporsi al grande pubblico, inizia a puntare su quei dettagli semplici e alla portata di tutti che secondo alcuni mostreranno un eccessivo vigore. Krizia decide di puntare sulla modernità, su una moda che fosse anche pratica e vicina al mondo maschile. Senza rinunciare però alla femminilità degli abiti, grazie a ricami e rifiniture.