IL SINDACO DI MARIUPOL: “LA CITTÀ È ACCERCHIATA”

È in corso la fase più dura dell’assedio a Mariupol, mentre contemporaneamente le forze russe di terra e di mare si stanno avvicinando al porto di Odessa con l’intento di accerchiare anche in quel caso la città rimasta finora sotto il controllo delle forze ucraine.



Mentre a Brest proseguono i negoziati di pace, con l’opzione valida sul tavolo del cessate il fuoco immediato, la città strategica sul Mar d’Azov prosegue nella catastrofe umanitaria ormai da giorni denunciata dal sindaco e dai report internazionali. «Mariupol è circondata dalle forze russe», ha spiegato in una breve intervista alla Cnn il vicesindaco Orlov, «Il nostro esercito ucraino e la Guardia Nazionale sono coraggiosi, combattono per l’Ucraina e per Mariupol, ma la situazione è piuttosto critica – ha spiegato il vicesindaco. Ancora Orlov ai media internazionali lancia un appello: «Chiediamo aiuto e ci aspettiamo aiuto militare. Le nostre forze sono coraggiose, ma noi siamo circondati dall’esercito russo, che ha più persone nel suo esercito. Stanno distruggendo le nostre città con ogni tipo di arma, dall’artiglieria agli aerei, dai bombardieri ai sistemi missilistici». Poco dopo il sindaco della città assediata dalle truppe russe, Vadym Boichenko, ha spiegato alle agenzie internazionali la situazione drammatica in corso a Mariupol: «gli invasori stanno sistematicamente e metodicamente tentando il blocco di Mariupol, impedendo le forniture di cibo. Questo è genocidio del popolo ucraino. Gli attacchi russi hanno preso di mira collegamenti ferroviari e ponti, oltre a interrompere la fornitura d’acqua potabile e di corrente elettrica».



MARIUOPOL RESISTE SOTTO LE BOMBE

«Mariupol resta sotto il nostro controllo, dopo che i russi senza successo hanno tentato di conquistarla»: lo fanno sapere le autorità della città assediata sul Mar d’Azov da giorni, riportato dalla Bbc.

Pesanti bombardamenti stanno però fiaccando la forte resistenza di Mariupol come ha raccontato il sindaco Vadym Boichenko al “Guardian”: «Le forze di occupazione della Federazione russa hanno fatto di tutto per bloccare l’uscita dei civili dalla città, bloccando mezzo milione di persone. Non possiamo nemmeno prendere i feriti dalle strade, dalle case e dagli appartamenti poiché i bombardamenti non si fermano». L’acqua potabile sta per finire, l’elettricità è compromessa e anche il semplice ma drammatico “conteggio” delle vittime civile diventa impossibile: «Non possiamo contare il numero delle vittime, ma crediamo che centinaia di persone siano morte. Non possiamo entrare per recuperare i corpi», ha riferito alla Bbc il vicesindaco, Sergiy Orlov. Lo stesso esponente politico ucraino lamenta che gli attacchi proseguono ininterrottamente da un giorno in sostanza: «L’esercito russo qui sta mettendo in campo tutte le sue armi: artiglieria, sistemi di lancio di razzi, anche tattici e aerei. Stanno cercando di distruggere la città», ha concluso Orlov dal dentro della città portuale.



L’ASSEDIO A MARIUPOL: LE ULTIME NOTIZIE

C’è una città in Ucraina che da giorni è suo malgrado protagonista di un assedio dalla difficile soluzione “pacifica”: si tratta di Mariupol, strategico centro con tanto di porto sul Mar d’Azov, di fatto l’ultima città sotto il controllo ucraino nell’area.

Nella guerra scatenata dalla Russia contro Kiev ormai una settimana fa l’avanzata dei carri russi si è sviluppata da più parti verso Kiev e le principali aree strategiche: da Nord (Bielorussia), dal confine russo, dal Donbass filo-russo e per l’appunto da sud, con il Mar d’Azov protagonista per gli scambi strategici che collegherebbero il territorio russo con la Crimea, la penisola ucraina “presa” da Mosca nel marzo 2014. Mezzo milione di persone in questo momento si trovano assediati e accerchiati dall’esercito e la flotta russa avanzata in tutta la regione fino appunto alle porte di Mariupol: il portavoce della milizia popolare della Repubblica separatista di Dontesk (appena riconosciuta da Mosca un attimo prima di dichiarare guerra all’Ucraina, ndr) annuncia la mattina del 2 marzo che Mariupol si trova al momento «completamente circondata». Di contro, il sindaco Vadym Boichenko ribadisce che il controllo della città è ancora ucraina e denuncia i bombardamenti russi di queste ultime ore contro condomini residenziali, ospedali e rifugi per gli sfollati. L’allarme lanciato dall’intelligence Uk giunge fino a Mariupol: «l’artiglieria pesante russa e gli attacchi aerei continuano a prendere di mira aree edificate nelle ultime 24 ore».

GUERRA UCRAINA: PERCHÈ MARIUPOL È COSÌ IMPORTANTE

In primo luogo, Mariupol è strategica in quanto è l’ultima città sotto il controllo ucraino sul Mare d’Azov e rappresenta dunque l’ultimo ostacolo per Putin per “collegare” la Crimea anche via terra dopo l’annessione nel 2014. Ma Mariupol è un centro strategico anche per la posizione geografica che ricopre: si trova lungo l’autostrada M14 che collega, con un tracciato che si sviluppa su tutta la linea costiera, Odessa in Ucraina a Rostov, la città russa sul fiume Don. Mariupol è però fondamentale per l’Ucraina in quanto rappresenta il polo principale per l’industria metallurgica del Paese, oltre ad essere uno dei centri principali del settore auto in tutto l’Est Europa: tra l’altro, il presidio industriale più importante di Mariupol è il famoso gruppo Metinvest, controllato dall’oligarca filo-russo proprietario dello Shakhtar Donetsk. La piena convergenza verso questa città ancora con vessillo giallo-blu della Repubblica ucraina delle forze filo-russe di Crimea, Donbass e flotta del Cremlino sta mettendo a serio rischio il destino della città, data “vicino alla caduta” nei prossimi giorni. Come ha raccontato l’inviato del Corriere della Sera a Rostov, Andrea Nicastro, a Mariupol si rischia una catastrofe umanitaria colossale: mancano luce e gas, l’acqua non è quasi più potabile e l’intera città è completamente militarizzata per impedire la fuga dei civili, «Sono 500mila persone che da una parte sono prigionieri dell’armata russa e dall’altra sono ostaggi degli ucraini che tenendoli in città li usano come scudi umani». Secondo l’inviato Rai Nico Piro, l’apertura di corridoi umanitari garantiti da separatisti e carri russi non convincono i cittadini diffidenti nella piena sicurezza dei profughi.