Mark Hoppus, bassista e cantante dei Blink-182, dopo aver svelato sui social nelle passate settimane di stare combattendo contro un cancro è tornato in queste ore a rilasciare nuovi aggiornamenti sulle sue condizioni di salute. Circa 20 giorni fa aveva spiazzato tutti dichiarando di avere il tumore e commentando: “Fa schifo e sono spaventato, ma allo stesso tempo incontrare medici incredibili e avere famiglia e amici che aiutano a superarlo è una benedizione”. Nelle passate ore è tornato a parlare su Twitter direttamente ai suoi follower, scusandosi per la sua eloquenza.



“Mi scuso se sto condividendo troppo, ma è così surreale pensare che questa settimana farò un test che potrebbe benissimo determinare se vivrò o morirò”, ha scritto il cantante, spiazzando ancora una volta. Poi ha rivolto i suoi ringraziamenti a coloro che in queste settimane gli hanno riservato i loro pensieri positivi e di incoraggiamento: “Ho letto tutte le vostre risposte e significa il mondo per me. Grazie”, ha aggiunto.



MARK HOPPUS E IL CANCRO: ATTESA PER L’ESAME DECISIVO

In un successivo tweet di risposta al primo, Mark Hoppus ha postato una foto in cui si vede la massa tumorale contro la quale ha iniziato la sua spietata battaglia ed ha aggiunto: “Vado a sconfiggerlo, che sia con la chemioterapia o grazie al trapianto di midollo osseo, sono determinato a prendere questo cancro a calci direttamente nelle pall*”. Il bassista, dunque, non ha alcuna intenzione di cedere al peso del suo male ed anzi proprio di recente, in occasione dell’Independence Day, il musicista si era fatto vedere su Instagram mostrando gli effetti della chemioterapia e commentando: “Il malato di cancro augura a tutti voi un felice weekend del 4 luglio”. In un altro post Mark ha postato una serie di scatti del suo giardino, concentrandosi su una pianta grassa dalla quale è spuntata una sorta di escrescenza. Potrebbe essere un fiore o una ulteriore mutazione, osserva il musicista che commenta: “Ho messo insieme un piccolo giardino del cancro nel cortile con varietà mutate perché mi sento connesso a loro attraverso la mutazione delle mie stesse cellule. Mi siedo qui la mattina con loro, bevendo il mio caffè, e ci diciamo “beh questo è strano…”.