L’ udienza sul caso “Enrica Lexie” – ovvero sui due marò italiani Latorre e Girone – durerà due settimane, fino al 20 luglio, e la sentenza arriverà entro sei mesi: è Italia contro India, come si è chiaramente visto anche nell’ultima fase di processo iniziata ieri al tribunale de L’Aja. «Sempre al fianco dei nostri ragazzi, senza se e senza ma», è il messaggio lanciato dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini ieri dopo l’ennesima udienza sul caso Girone-Latorre, con la conferma anche di chi è stata loro sempre vicino in questi anni, Giorgia Meloni e tutta FdI «Oggi come ieri Fratelli d’ Italia è al fianco dei nostri marò Latorre e Girone. Siamo stati i primi a chiedere in Parlamento e nelle piazze che venisse riconosciuta la giurisdizione italiana su questo caso e ci auguriamo che la Corte arbitrale dell’Aja lo sancisca al più presto». Ma non è solo la destra a schierarsi con i due fucilieri della Marina: i due ex Ministri della Difesa, Roberta Pinotti e Mario Mauro esprimono la loro solidarietà e convinzione che alla fine la sentenza sarà in favore dell’Italia. Per la senatrice dem «la posizione che abbiamo sostenuto dall’ inizio è che i due fucilieri di Marina erano due militari impegnati per conto dell’Italia in una missione che prevedeva l’ antipirateria e in quanto tali dovevano avere quell’indennità funzionale che è determinata proprio dall’essere inviati in missione per conto di un Paese, in questo caso del nostro». Mauro invece, intervistato oggi sul nostro quotidiano, ci spiega «non ci dovrebbero essere dubbi che la sentenza (attesa fra sei mesi, ndr) sarà a nostro favore. In questi anni si è rivelato in tutta la sua evidenza il comportamento contro ogni regola internazionale, a volte anche contro la propria Costituzione, dei giudici indiani. Quello che resta in questa vicenda è il comportamento, onorevole e degno del massimo riconoscimento, dei nostri due soldati: Latorre e Girone hanno sopportato tutta questa vicenda con il massimo senso dello Stato e con grande coraggio». (agg. di Niccolò Magnani)
INDIA “INFRANTA SOVRANITÀ”
Oggi l’udienza finale all’Aja per il processo che riguarda i due marò italiani, Latorre e Girone, i fucilieri della Marina accusati di aver ucciso due pescatori indiani nel 2012 nel sud dell’India. Il rappresentante di Delhi, G. Balasubramanian, ha evidenziato: «L’Italia sostiene di avere l’esclusiva giurisdizione, ma bisogna tenere a mente che l’India e due suoi pescatori sono le vittime di questo caso: due esseri umani a bordo di una barca indiana sono stati uccisi da individui che erano su una nave commerciale. L’Italia ha infranto la sovranità indiana nella sua zona economica esclusiva», riporta Affari Italiani. Raggiunto da Adnkronos, il ministro degli Esteri nel governo Monti Giulio Terzi ha affermato: «Nel corso di questa procedura arbitrale attivata in origine dal governo Monti e solo dopo numerose mobilitazioni pubbliche rilanciata dal governo Renzi, si sono accumulati troppi ritardi, specie dopo la dissennata decisione presa all’epoca di rimandare i marò in India. La decisione è in qualche modo procedurale, perché attiene alla risposta da dare sulla competenza a giudicare nel caso, se sia dell”India o dell’Italia. E dubito che ci sia un giurista disposto a negare che la giurisdizione sia italiana, a meno, naturalmente, che non si tratti di un giurista indiano». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MARO’: “PER INDIA, LATORRE E GIRONE COLPEVOLI”
Al via da oggi l’ultima udienza al Tribunale arbitrale internazionale all’Aja per il caso dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Una vicenda che dal 2012 ad oggi è tutt’altro che chiusa. Nel corso del processo, che avrà una durata di due settimane (anche se per la sentenza occorrerà attendere sei mesi), si deciderà sulla giurisdizione di Italia o India. In mattinata, è stato l’ambasciatore Francesco Azzarello ad aprire l’udienza spiegando le ragioni per cui il nostro Paese rivendica la giurisdizione sul caso della morte dei due pescatori indiani scambiati per pirati ed attribuita ai due marò. “Agli occhi dell’India non c’è presunzione di innocenza: i Marò erano colpevoli di omicidio ancora prima che le accuse fossero formulate”, ha spiegato l’ambasciatore come riferisce Repubblica.it. Lo stesso ha poi ricordato che in India “ci sono stati ingiustificabili rinvii del processo. Sono state inventate speciali procedure, in violazione con la stessa Costituzione indiana”. Il diplomatico, sempre rivendicando per l’Italia la giurisdizione del caso ha proseguito: “Le considerazioni umanitarie sono rilevanti: alla fine di questo arbitrato, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone saranno stati privati, a vari livelli, della loro libertà senza alcuna imputazione per otto anni”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
SI DECIDE SU GIURISDIZIONE DEL CASO A ITALIA O INDIA
Non è ancora chiusa la vicenda dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Entrambi da qualche anno sono a casa, nel frattempo i rapporti tra Italia e India sono tornati alla normalità, ma la vicenda cominciata nel febbraio 2012 è ancora aperta. Domani, lunedì 8 luglio, si aprirà l’ultima udienza all’Aja per cedere chi, tra Italia e India, abbia la giurisdizione per accertare le eventuali responsabilità dei due marò. I due sono accusati della morte di due pescatori indiani, scambiati per pirati, al largo del Kerala. Questa è l’ultima tappa della procedura avviata dal governo Renzi nel giugno 2015. L’udienza durerà due settimane, quindi fino al 20 luglio, invece la sentenza arriverà entro sei mesi. I rappresentanti governativi dei due Paesi apriranno il procedimento. Come riportato da La Stampa, si tratta dell’ambasciatore Francesco Azzarello per l’Italia e del sottosegretario agli Esteri Balasubramanian per l’India. Il team legale italiano rivendicherà la giurisdizione del caso: i due fucilieri di Marina godono dell’immunità all’estero che spetta agli agenti dello Stato nell’esercizio delle loro funzioni.
MARÒ, DOMANI ULTIMA UDIENZA ALL’AJA: SENTENZA IN 6 MESI
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone erano imbarcati nell’ambito di un’operazione anti pirateria quel 15 febbraio 2012. La nave Enrica Lexie, battente bandiera italiana, navigava in acque internazionali. Due pescatori, Ajeesh Pink e Valentine Jelastine, rimasero uccisi al largo delle coste indiane. I due marò hanno sempre sostenuto di aver sparato colpi di avvertimento in acqua mentre si avvicinava il peschereccio. Temevano un attacco di pirati, peraltro frequenti in quel tratto di Oceano Indiano. Arrestati e trattenuti a Delhi per anni, nonostante non sia stato mai formulato un capo di imputazione dall’India ma sia stata ventilata l’ipotesi di una condanna a morte, Latorre e Girone sono rimasti invischiati in questa odissea. Le misure provvisorie della Corte li ha fatti tornare a casa per motivi umanitari, ma l’Italia si è impegnata a rimandarli a Delhi nel caso in cui l’arbitrato concedesse la giurisdizione all’India. L’udienza era prevista lo scorso ottobre, ma fu rinviata a causa della morte di uno degli arbitri.