GIP ROMA METTE LA PAROLA “FINE” AL CASO DEI MARÒ

Dopo 10 lunghissimi anni si è definitivamente chiusa la vicenda giudiziaria dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre: il gip di Roma ha archiviato l’indagine per l’accusa di omicidio dei due pescatori indiani – Ajeesh Pink e Valentine Jelastine -avvenuto nel febbraio del 2012 al largo delle coste del Kerala, nell’India sudoccidentale.

Dopo un lungo contenzioso giudiziario, lo scorso luglio 2020 il tribunale internazionale dell’Aja – che già aveva riconosciuto “l’immunità funzionale” ai fucilieri – aveva decretato che la giurisdizione sul caso spettava all’Italia, disponendo il risarcimento alle famiglie delle vittime: lo scorso 9 dicembre il procuratore di Roma, Michele Prestipino e il sostituto Erminio Amelio avevano chiesto al giudice della Capitale di fare cadere ogni accusa contro i due marò in quanto «il quadro degli elementi di prova raccolti in questi anni non era sufficiente a garantire l’instaurazione di un processo».

I COMMENTI DOPO L’ARCHIVIAZIONE DI GIRONE E LATORRE

«Sono felice per l’archiviazione», è il primo commento di Massimiliano Latorre dopo l’annuncio del decreto disposto dal gip di Roma, senza aggiungere nulla alla lunga nota resa pubblica dall’avvocato Fabio Anselmo. «Sono soddisfatto ma anche curioso di leggere il decreto con cui il gip ha archiviato questa indagine», spiega il legale, «Mi auguro che restituisca giustizia e verità per Massimiliano Latorre dopo 12, lunghissimi, anni». Per la moglie di Latorre, Paola, la fine del “calvario” è solo che positiva: «C’è sollievo da parte della nostra famiglia per la notizia dell’archiviazione. Attendiamo però di conoscere nel dettaglio le motivazioni del provvedimento, sperando che ci restituiscano la serenità sottratta in questi anni di sofferenze». Per gli avvocati di Salvatore Girone, Fabio Federico e Michele Cinquepalmi, la sentenza del tribunale pone fine «ad autentico calvario, sopportato da Salvatore Girone con dignità e fierezza che hanno reso onore all’Italia intera: alla fine dopo quasi 10 anni, la verità ha prevalso. Ciò significa che non c’era nulla alla base delle accuse nei loro confronti e, dopo che lo aveva riconosciuto la procura di Roma, lo ha definitivamente decretato anche il giudice per le indagini preliminari». Gli stessi avvocati concludono la nota dicendo che per la famiglia del fuciliere di Marina, «sono stati anni di pesanti sofferenze e questo è per loro sicuramente un giorno di nascita, anche se nulla potrà cancellare le profonde ferite inferte da una vicenda giudiziaria che, per molti aspetti, resterà negli annali della storia, non solo dei nostro paese».