Il Marocco non ha chiesto di entrare nel BRICS, il gruppo delle principali economie emergenti che è ora composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. A rivelarlo è l’agenzia di stampa statale Map, che ha smentito le recenti dichiarazioni del Ministro sudafricano per le Relazioni e la Cooperazione Internazionale, Naledi Pandor, e ancor prima l’indiscrezione lanciata dall’inviato speciale per gli affari dell’intesa, Anil Sooklal.
“Il Sudafrica si è permesso di parlare dei legami del Marocco con i BRICS senza previa consultazione”, ha affermato il Map citando una fonte diplomatica rimasta anonima. Inoltre, ha annunciato che il Paese non parteciperà alle imminenti riunioni del BRICS in Sudafrica. “Il Sudafrica ha infatti sempre mostrato un’ostilità primaria nei confronti del Marocco e ha sistematicamente preso posizioni negative e dogmatiche sulla questione del Sahara marocchino”, ha aggiunto. Per il momento dunque il dialogo per un eventuale ingresso sembrerebbe essere del tutto sospeso.
Marocco non ha chiesto di entrare nel BRICS: arriva la smentita
Non è un mistero che il Marocco stia valutando la possibilità di entrare nel BRICS, ma una eventuale richiesta ufficiale è stata dunque smentita da fonti governative. La possibile espansione del gruppo delle economie emergenti, che come evidenzia l’acronimo stesso è in questo momento composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, è stata discussa proprio nel vertice che si è svolto in queste ore. Il Paese ospitante ha affermato che più di 40 paesi hanno espresso interesse ad aderire. Lo scorso anno l’Algeria ha presentato la domanda, mentre Arabia Saudita, Indonesia ed Egitto hanno espresso l’intenzione di entrarvi.
Per quel che concerne il Marocco, tuttavia, sembrerebbe che i dialoghi si siano compromessi. Il sostegno diplomatico del Sudafrica al Fronte Polisario sostenuto dall’Algeria, che cerca di stabilire uno stato indipendente nel Sahara occidentale, un territorio che il Marocco considera proprio, ha messo a dura prova le relazioni tra i due Paesi. Nonostante i rapporti con il resto degli Stati siano buoni, dunque, la questione è ancora in dubbio.