Il Marocco da tempo si trova nel centro di un importante allarme siccità, che nell’ultimo periodo ha raggiunto livelli a dir poco critici. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, infatti, il regno si trova ad un livello di “estrema penuria d’acqua“, con una disponibilità annua per abitante che sfiora a mala pena i 600 metri cubi. La scorsa estate, invece, si erano raggiunti livelli critici da record per gli ultimi 40 anni, con i laghi artificiali pieni solamente per un quarto.



Similmente, le fontane pubbliche del Marocco sono per lo più spente nel corso delle settimane, mentre alla loro accensione si accumulano code di decine e decine di persone. Per dare un metro di paragone, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la quantità pro capite di acqua dovrebbe attestarsi almeno a 1.700 metri cubi, insomma il triplo della disponibilità marocchina. Così, dopo circa un anno di allarme, forse il Marocco è riuscito a trovare anche una possibile soluzione per l’allarme siccità, che prevederà l’aiuto della Rosatom, ovvero la società nazionale russa per l’energia atomica.



L’accordo Marocco-Russia per la dissalazione nucleare

Non ci sarebbe ancora nulla di certo, ma dati i livelli critici che ha raggiunto il Marocco, si può supporre che l’accordo con la Russia procederà spedito. Il progetto punterebbe a sfruttare l’energia nucleare per alimentare, con un processo innovativo di cui Rosatom è pioniera, degli impianti di dissalazione dell’acqua marina. Complessivamente, inoltre, si punterebbe anche a produrre nuova energia, che potrebbe facilmente essere venduta nel regno, oppure trasferita in Russia.

Similmente alla siccità, infatti, il Marocco si trova anche davanti ad una possibile futura crisi dell’energia, con una domanda pubblica che sale del 6% all’anno ed una disponibilità ridotta. Se tutto andasse a buon fine la Rosatom dovrebbe aprire nel regno dei piccoli reattori nucleari modulari, che riusciranno a dissalare molta più acqua rispetto agli impianti già presenti nel regno, ma a costi estremamente ridotti, con la possibilità di funzionare 24 ore su 24. Inoltre, grazie al progetto russo si riuscirebbe anche a sfruttare l’enorme potenziale nucleare del Marocco, che possiede il 73% delle riserve mondiali di fosfato naturale, dalle quali si possono ricavare 6,9 milioni di tonnellate di uranio, attualmente inutilizzate.