Beppe Marotta a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera. Dagli esordi nel mondo del calcio ai successi, passando dal Monza al Venezia, quando incontrò un certo Alvaro Recoba: “È stata una delle poche volte in cui le qualità del singolo hanno smentito l’assioma di Michael Jordan secondo cui con il talento si vincono le gare, ma con il lavoro di squadra si conquistano i campionati”.
Parlando dei calciatori avuti in carriera, Marotta non ha dubbi sul calciatore che l’ha fatto più divertire, ovvero Antonio Cassano alla Sampdoria: “Ho accettato la sfida di Garrone di gestire la squadra pur in B. In otto anni l’abbiamo portata ai preliminari di Champions. Ma non dimentico Del Piero, Buffon e Ronaldo”. Risposta secca anche per il calciatore più indisciplinato: “Vidal, l’uomo dalla doppia vita”.
Marotta: “Juventus? Sto bene all’Inter”
Nel corso dell’intervista, Marotta ha spiegato che per un dirigente che arriva dalla provincia, le grandi squadre come Juventus e Inter “rappresentano la realizzazione del sogno di bambino”. A proposito della sua ex Vecchia Signora, non si è sbilanciato sul caso Plusvalenze e su quello che è stato ribattezzato sistema Paratici: “I miei anni in bianconero fanno parte del passato e non posso che avere ricordi positivi. Non entro nel merito del lavoro altrui, penso al mio presente nerazzurro”. Su un possibile ritorno alla Juventus, Marotta s’è detto contento del percorso fatto ma all’Inter si trova bene: “Sono concentrato per contribuire a nuovi successi”. Il dirigente nerazzurro ha poi parlato della politica, le richieste non sono mancate: “Siccome nella vita bisogna sempre avere un sogno nel cassetto il mio è quello di accedervi da tecnico, senza tessera di partito, per offrire il mio apporto in termini di competenza ed esperienza”. Poi sulla sua “fede”: “Sono un moderato di centro, non a caso mi chiamavano il Kissinger del calcio”.