Marta Cartabia è il nuovo ministro alla Giustizia del Governo Draghi: ha 57 anni (classe 1963), è sposata ed è madre di tre figli. L’11 dicembre 2019 è stata eletta alla presidenza della Corte costituzionale, prima di sempre a ricoprire quell’incarico dopo addirittura 45 presidenti uomini. Di profonda formazione cattolica, è una grande appassionata dello sport, in particolare della corsa e adora le escursioni ad alta quota. Parla in maniera fluente l’inglese, avendo vissuto per alcuni anni negli Stati Uniti d’America.
Come sottolineato a più riprese dalla stessa Cartabia, i suoi incarichi hanno tutti una caratura tecnica e mai politica e anche in questo caso la sua nomina all’interno dell’esecutivo Draghi deve essere letta in tal senso (con portafoglio). Il ministro della Giustizia ha peraltro fondato dodici anni orsono la prima rivista di diritto costituzionale in lingua inglese, l'”Italian Journal of Public Law”, e dal prossimo mese di luglio sarà addirittura co-presidente dell’International Society of Public Law, associazione che raduna i massimi accademici esperti in diritto pubblico a livello internazionale.
MARTA CARTABIA: “LA GIUSTIZIA DEVE SEMPRE ESPRIMERE UN VOLTO UMANO”
Marta Cartabia, neoministro della Giustizia del Governo Draghi, quando fu eletta presidente della Corte costituzionale, al quotidiano “La Repubblica” dichiarò: “La giustizia deve sempre esprimere un volto umano: ciò significa anzitutto, come dice l’articolo 27 della Costituzione, che la pena non deve mai essere contraria al senso di umanità, ma che la giustizia deve essere capace di bilanciare le esigenze di tutti”. La medesima testata giornalistica, nel riportare le citazioni più celebri di Cartabia, torna al discorso tenuto al Collegio Sant’Anna di Pisa quando le è stato assegnato il dottorato honoris causa e ha relazionato in merito ai giovani e all’importanza del loro futuro, tanto sotto il profilo scolastico quanto universitario e lavorativo: “I giovani devono tornare a essere la priorità tra tutte le priorità di questo inaspettato presente e devono essere preservati come bene essenziale perché qui si gioca una partita decisiva anche per la società e la democrazia di domani”. Parole che sembrano andare di pari passo a quelle pronunciate da Mario Draghi sull’importanza dell’Istruzione.