La notizia è stata confermata da una nota dell’ufficio stampa di Palazzo della Consulta: Marta Cartabia, presidente della Corte Costituzionale, è risultata positiva al coronavirus56 anni, la quinta carica dello Stato è la prima donna a a ricoprire la presidenza della Corte nella storia, dopo essere stata eletta nel dicembre scorso. Marta Cartabia ha iniziato a lamentare dei sintomi nei giorni scorsi ed essendo compatibili con l’infezione da covid-19 è stata sottoposta al tampone che è risultato positivo. Sempre l’ufficio stampa della Corte Costituzionale ha specificato che la Presidente: “gode di buone condizioni generali e si trova in isolamento presso la sua abitazione di Milano“, al momento non è stato dunque necessario il ricovero ospedaliero, anche se le condizioni saranno monitorate nei prossimi giorni. E’ stato specificato che la presidente Cartabia continuerà a seguire i lavori e l’attività della Corte costituzionale, secondo la programmazione prevista, usufruendo dei sistemi telematici già predisposti per lavorare in remoto in esigenze come questa.



UN FUTURO DA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?

In quanto prima donna a capo della Consulta, Marta Cartabia.è stata definita una delle figure più influenti di tutto il 2019, e ha tracciato una linea che ha fatto intendere gli obiettivi della sua presidenza: “La giustizia deve avere sempre un volto umano. E stop ai processi troppo lunghi. Portiamo la Carta ovunque perché vive e muore nella società”, aveva affermato in una delle sue prime interviste da presidente della Corte Costituzionale, sottolineando come una tempistica incerta fosse alla base dell’incertezza e della sfiducia che spesso il cittadino nutre nei confronti della giustizia. Molto apprezzata nel suo ambiente e anche nei salotti della politica, Marta Cartabia è segnalata come uno dei nomi papabili per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, in programma nel 2022, e anche come possibile Premier in un governo a guida PD. Ora c’è da vincere la sfida con il covid-19, che continua a preoccupare nel focolaio lombardo.

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