Domenico Livrieri è stato arrestato per l’omicidio di Marta Di Nardo. Il cadavere della sessantenne di Milano, che era scomparsa da diverse settimane, è stato rinvenuto nell’appartamento dell’uomo, con cui aveva una relazione. Il killer ha confessato, sostenendo di averla uccisa per sottrarle il bancomat. Il gesto, tuttavia, è da ricondurre anche ai problemi di cui soffre il quarantaseienne, che ha anche dei precedenti per tossicodipendenza.
A parlarne, ai microfoni di Storie Italiane, sono stati anche i vicini di casa dell’uomo, che avevano colto dei segnali di squilibrio. “Lo conoscevamo tutti, sia Domenico che Marta. Si frequentavano, erano tutti e due in cura nella stessa struttura (la donna per ludopatia, ndr). La famiglia aveva fatto di tutto per lui. Era una persona che non poteva vivere da sola”, afferma uno. Un altro aveva compreso che qualcosa non andava dopo l’omicidio: “Avevo visto Marta che veniva a casa di Domenico. Io sentivo la puzza provenire dal suo appartamento, pensavo che gli fosse morto il gatto. Lui usava molto incenso per coprire l’odore. Non apriva le porte e non parlava con nessuno”.
Marta Di Nardo, il vicino del killer Domenico Livrieri svela un precedente
Domenico Livrieri, il killer di Marta Di Nardo, tuttavia, in passato aveva anche dimostrato di essere violento. A rivelarlo è una persona che lo conosceva. “Mi aveva accusato di avergli rubato telefoni e tablet. Non era vero, io da lui non ero mai stato. Mi ha anche tirato un pugno sul petto. Ho chiamato i Carabinieri ed il fratello per dirglielo. Era conosciuto in zona. Ad agosto aveva lanciato elettrodomestici dal balcone. Se beccava qualcuno, dal quarto piano, lo ammazzava. I vicini non riuscivano a dormire perché metteva musica di notte. Il fratello voleva metterlo in una struttura privata. Una persona così non può vivere da solo, perché è pericoloso per se stesso e per gli altri. Ed è quello che è successo”.