Marta Fascina non ha superato il lutto per la morte di Silvio Berlusconi, ma è pronta a tornare in parlamento. Intervenuta ai microfoni del Corriere della Sera, è tornata sulle recenti parole di Paolo Berlusconi sul suo conto: “Paolo mi vuole un gran bene e le sue parole denotavano solo una sincera preoccupazione per il mio stato d’animo. So bene che grava su di me una grande responsabilità nei confronti degli italiani che mi hanno votata. Tornerò presto alla Camera per onorare il mandato ricevuto”.



La Fascina ha sottolineato che tornerà alla Camera prima delle votazioni sulla legge di bilancio, ma il ricordo del presidente è sempre forte, fortissimo: “È il mondo intero ad aver perso un uomo straordinario, un grande statista, il capo di governo italiano più longevo nonché leader di G7 e G8, il fondatore del centrodestra, colui che ha impedito nel 1994 ai comunisti di arrivare al potere. Io invece ho perso l’uomo della mia vita, colui che mi ha regalato incondizionatamente e quotidianamente gioia e amore”.



Le parole di Marta Fascina

Berlusconi non era pronto alla morte, ha spiegato Fascina, come dimostrato dal fatto di aver lavorato fino agli ultimi istanti della sua vita. Dalle europee all’andamento delle sue aziende, alla grande passione per la politica estera: “La notte prima di andarsene mi ha detto “ti amo” e mi ha ribadito quanto fossimo indispensabili l’uno per l’altra; mentre nell’ultimo istante, il più terribile, quello che ho stampato nella mente e nel cuore, mi ha stretto forte la mano”. Gli ultimi quattro mesi sono stati di strazio e tristezza, ha aggiunto Fascina, che ha posto l’accento sull’incolmabile assenza terrena: “Non è possibile superare un grave e improvviso lutto con uno schiocco di dita, ammiro chi ci riesce. Ma per il sentimento che ci legava e ci lega non poteva essere altrimenti. Credo che soltanto chi abbia provato un amore così genuino possa comprendere il mio stato d’animo. Altri, evidentemente dai sentimenti rarefatti se non addirittura aridi, si limitano a giudicare la sofferenza altrui. Mi spiace per loro. E dunque se la domanda è se io abbia superato il lutto, la risposta è no”.

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