SFRATTO DA ARCORE PER MARTA FASCINA? LA FAMIGLIA BERLUSCONI SMENTISCE TUTTO
Ad un certo punto ieri si è diffusa la notizia che Marta Fascina, la compagna in questi ultimi anni chiamata “moglie” da Silvio Berlusconi, sarebbe stata sfrattata da Villa San Martino ad Arcore direttamente dalla famiglia del Cav: addirittura le avrebbero dato 90 giorni di tempo per sloggiare. Passano però poche ore e la notizia viene smentita in toto da fonti dirette della famiglia Berlusconi che invece ribadiscono il pieno sostegno e il buon rapporto con chi ha accompagnato Silvio Berlusconi negli ultimi anni di vita.
«Non hanno alcun fondamento le voci di stampa relative a presunte prese di posizione nei confronti di Marta Fascina, con la quale i rapporti sono eccellenti»: così la famiglia (ergo in primo luogo la primogenita Marina, con la quale si è notato al funerale il rapporto sia molto saldo) smentisce l’ipotesi dello “sfratto” da Arcore dove Marta Fascina ha abitato negli ultimi anni con l’ex Premier.
VILLA ARCORE E L’EREDITÀ DI BERLUSCONI: UNA LEGGE COMUNQUE TUTELA MARTA FASCINA
La notizia iniziale dello sfratto data da “Dagospia” era stata poi ripresa e confermata da “La Repubblica”, trovando anche in ambienti di Forza Italia alcune conferme. Il tema è divenuto dunque subito politico visto il futuro del partito con Antonio Tajani che traghetterà FI verso il Congresso nel 2024 con ancora molte “ombre” su chi potrà raccogliere davvero l’eredità di Silvio Berlusconi. Sempre secondo Rep i figli non hanno alcuna intenzione di impugnare il testamento del padre, «purché però Marta sia rispettosa della famiglia e non accampi richieste esagerate».
Dal “Dagoreport” viene poi sottolineato come si starebbe pensando ad una riduzione rispetto ai 100 milioni voluti da Berlusconi per destinarli alla compagna-moglie: come ha raccontato ancora “La Repubblica” negli scorsi giorni, i dirigenti di Forza Italia non avrebbero alcuna intenzione di fare sconti a Fascina e ai suoi tre ‘colonnelli’ – Tullio Ferrante, Alessandro Sorte e Stefano Benigni – accusati di aver provato «il colpo di mano» nei giorni più difficili di Berlusconi. Con l’intervento della famiglia Berlusconi si è provato a mettere la parola stop alle indiscrezioni, retroscena e “rumors” sul conto di Fascina, la quale prosegue nel silenzio stampa come tratto già distintivo prima della morte del Cav. Al netto però della smentita sullo sfratto da Villa San Martino ad Arcore, riporta “Open Online”, vi sarebbe anche una legge che tutela Marta Fascina al di là delle volontà o meno dei figli Berlusconi: il comma 42 dell’articolo 1 della legge 76/2016 (la legge Cirinnà sulle unioni civili) tutela il «diritto all’abitazione del convivente (anche di sesso diverso) dalle pretese restitutorie dei successori del defunto dando un lasso di tempo ragionevole per cercare una nuova abitazione». Quel lasso di tempo è di almeno 2 anni che possono essere estesi fino ad un massimo di 5, dopo l’immobile – se non c’è l’accordo con la famiglia – va restituito agli eredi.