Anche Marta Fascina può ambire ad una fetta del patrimonio di Silvio Berlusconi? Solo se è inserita nel testamento. Lo spiega a Milano Finanza il presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Giulio Biino, interpellato sugli aspetti successori del patrimonio dell’ex premier. “Solo il testamento potrà aprire le porte della successione alla compagna Marta Fascina”, spiega Biino, precisando che “varrebbero poi le donazioni fatte in vita, ma che non eccedano la quota disponibile”. Da un punto di vista prettamente tecnico, Berlusconi può aver fatto un testamento o no.
In quest’ultimo caso, i suoi eredi sono solo i figli, in parti uguali tra loro. “A quanto risulta non c’è stata alcuna regolarizzazione civilistica del rapporto con Marta Fascina”, di conseguenza “non ha valore sotto il profilo successorio”. Se invece Berlusconi avesse fatto testamento, avendo cinque figli, i due terzi del patrimonio sono riservati a loro. “Il terzo residuo invece può essere destinata secondo le volontà del defuto”. O in parte agli stessi figli o alla compagna o chi per essa. Ma Berlusconi potrebbe averlo anche suddiviso tra più persone.
TESTAMENTO BERLUSCONI: IL PARERE DI BIINO
In teoria, Silvio Berlusconi con il testamento avrebbe potuto disporre anche di più del terzo disponibile, aggiunge Giulio Biino. Ma in tal caso, se la parte residuale destinata ai figli fosse meno di due terzi, allora i figli avrebbero diritto a impugnare il testamento, che sarebbero però comunque valido. Non è detto, secondo il presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, che il 61% del capitale di Fininvest venga diviso tra i cinque figli in parti uguali. Quel che conta, dal punto di vista legale, è che abbia garantito che ognuno dei figli abbia un quinto dei due terzi del patrimonio.
“Ma sempre tramite testamento, quel quinto è componibile a piacimento”. Ad esempio, Berlusconi potrebbe aver lasciato tutta la quota Fininvest ad un solo figlio e soddisfare gli altri con altre poste patrimoniali di egual valore. “Un figlio può anche ricevere di meno, ma può aderire lo stesso al testamento”. Quindi, se non è stato previsto nulla nel testamento, per Marta Fascina potrebbe non esserci spazio tra le quote del patrimonio. Ma Biino ricorda che ognuno dei figli deve tener conto di tutte le donazioni fatte in vite ai fini della composizione della propria quota. Quelle eventualmente fatte alla Fascina in vita “devono rientrare nella quota disponibile del patrimonio”.