Marta Fascina, esponente di Forza Italia, è tornata a parlare in una intervista a Il Giornale della sua storia d’amore con Silvio Berlusconi, che le ha anche aperto le porte della politica. Tutto iniziò quando era ancora soltanto adolescente. Aveva appena iniziato il liceo, ma proprio in quegli anni quello che poi sarebbe stato il suo compagno era Presidente del Consiglio. “La sua leadership coinvolgente e trascinatrice mi aveva stregato. I suoi ideali e i suoi programmi di modernizzazione dell’Italia, il suo modo di comunicarli, mi entusiasmavano. Ero affascinata e sedotta da lui e dal suo contributo imprenditoriale e politico al nostro Paese. Lo seguivo ovunque, in tutte le sue manifestazioni”, ha ammesso.



La sua carriera, tuttavia, inizialmente aveva preso una strada diversa. Non immaginava di potere avere sbocchi politici. Si era infatti laureata in Lettere e Filosofia ed era diventata giornalista. È proprio per quel motivo che fu chiamata a lavorare al Milan, società di cui proprio Silvio Berlusconi era presidente, nel ruolo di addetto stampa. “È la mia squadra del cuore. Ero emozionata e sentivo un grande senso di responsabilità. È stata un’esperienza straordinaria, da un punto di vista umano e professionale. Poi, Milano era la città dei miei sogni fin da bambina”.



Marta Fascina ricorda Silvio Berlusconi

È soltanto nel 2020, però, che Marta Fascina iniziò ad avere una relazione pubblica con Silvio Berlusconi. Il tutto nonostante l’elevata differenza di età e le critiche relative a presunti favoritismi nel mondo della politica. “Il pregiudizio è stato un elemento che ci ha sempre accompagnati. Che anche adesso per certi versi non mi abbandona. Ma lui mi ha insegnato ad avere una certa flessibilità rispetto alle cattiverie gratuite”.

Il loro amore si è interrotto solo per la morte del leader di Forza Italia, avvenuta quasi un anno fa. Per la compagna è stato difficile andare avanti. “Mi hanno portato via la felicità. Mi hanno strappato il cuore. Non è stato un anno vissuto, è stata mera sopravvivenza. Un lutto così terribile non si supera, si convive con esso”.