Ridotta in fin di vita mentre faceva jogging, Marta Novello è riuscita a salvarsi da quelle 23 coltellate con cui l’aveva colpita un 15enne. L’aveva scelta a caso, come confessato al magistrato, e ridotta in fin di vita in un viottolo di campagna, a marzo dell’anno scorso. Cercava qualcuno da rapinare «per comprarsi il fumo». Ora quel ragazzino violento è tornato il libertà e ha subito lasciato l’Italia per raggiungere la madre che si trova a Londra. Una fuga? Non proprio, perché non è scappato da un punto di vista giuridico. Dietro c’è un pasticcio giudiziario. Arrestato e condannato per tentato omicidio a 6 anni e otto mesi di carcere dal tribunale per i minorenni di Venezia, poi scesi a 5 anni in Appello. Questa riduzione della pena è stata una beffa per la vittima dell’aggressione e ai suoi familiari. Niente rispetto a quanto accaduto qualche giorno fa: il 15enne è stato scarcerato e, appena tornato libero, è salito su un aereo per lasciare l’Italia.
«Da quel che sappiamo si troverebbe a Londra con la madre che lavora come cuoca in Inghilterra», dichiara l’avvocato Alberto Barbaro, come riportato dal Messaggero. Marta Novello, che ha riportato danni gravissimi agli organi interni e solo grazie a diverse operazioni è riuscita a sopravvivere, è affranta. «Sono avvilita e destabilizzata. Ho saputo casualmente della sua scarcerazione e del rientro a casa. Ho avuto paura di trovarmelo di fronte, proprio adesso che sto cercando di tornare a una vita normale. Noi vittime non siamo tutelate abbastanza. Errori burocratici o di disattenzione di questo tipo sono inammissibili».
L’ERRORE GIUDIZIARIO DIETRO LA SCARCERAZIONE…
Ma cosa c’è dietro l’errore giudiziario? Pare sia avvenuto un errore burocratico amministrativo. Di sicuro la ministra della Giustizia Marta Cartabia vuole vederci chiaro, infatti tramite l’Ispettorato ha chiesto di approfondire la vicenda e di svolgere «i necessari accertamenti preliminari, formulando all’esito valutazioni e proposte». Il 15enne, risultato capace di intendere e di volere da una perizia psichiatrica, il 21 luglio è stato scarcerato per scadenza dei termini per la custodia cautelare in carcere. Il difensore aveva presentato ricorso in Cassazione sperando in uno sconto di pena ulteriore. In assenza di condanna definitiva, le porte del carcere si sono aperte. Anche se il pm ha chiesto e ottenuto che il giudice disponesse il trasferimento in comunità, la notifica dell’atto non è arrivata in tempo, quindi l’aggressore di Marta Novello è tornato in libertà.
Il provvedimento è stato emesso il 19 luglio, ma è stato indicato il 20 settembre come scadenza della comunicazione al diretto interessato, non il 20 luglio. Il legale del 15enne, l’avvocato Matteo Scussat, ha fatto capire, come riportato dal Messaggero, che c’era la possibilità di rendere subito efficace il dispositivo dopo che il suo assistito è uscito di prigione. Peraltro, lo stesso legale da oltre un anno chiedeva di sapere in quale comunità sarebbe stato collocato l’adolescente, che il 22 marzo 2021 alla periferia di Mogliano Veneto (Treviso), aggredì a coltellate Marta Novello. «A pesare è soprattutto la frustrazione per quella che viene vissuta come l’ennesima ingiustizia. Lo Stato riuscirà a riportare in Italia l’aggressore affinché sconti quella pena definitiva che dovrebbe avere lo scopo di recuperarlo?», afferma l’avvocato Alberto Barbara.