Scontro durante la diretta di ieri del programma di Rete 4, Controcorrente, fra la giornalista Marta Ottaviani e il collega Piero Sansonetti. Si parla della guerra in Ucraina e la Ottaviani ha da ridire sulle posizioni espresse dal collega: “Va bene dire di essere pacifisti, l’importante è che se si va nei salotti si parli solo di cose che si conoscono, e devo dire che di persone propriamente…”. Quindi Sansonetti, che poco prima aveva appunto spiegato di essere un pacifista convinto, si è sentito tirato in causa: “Se vuoi ce ne andiamo, se vuoi possiamo andare via e resti te, io avevo chiesto i permessi per essere pacifista, Mulè (anch’egli in studio a Controcorrente ndr) me l’ha detto ma vedo che altri non me lo danno, avevo chiesto il permesso sono stato educato”.



Di nuovo Marta Ottaviani: “Direttore Sansonetti lei ha tutto il diritto di essere pacifista ed è una condizione meravigliosa…”, ma il collega prosegue, sempre ironico: “Se vuole rinuncio, tanto lei sa tutto, il problema lo risolverà lei”, e ancora la Ottaviani: “L’importante è parlare di cose che si sanno. No io non lo risolverà il problema ma nemmeno lei con le cose che ha detto fino ad ora, prive di qualsiasi fondamento”.



MARTA OTTAVIANI VS SANSONETTI A CONTROCORRENTE: INTERVIENE ANCHE VERONICA GENTILI

E Sansonetti: “Le chiedo scusa, non pensavo ci volesse il suo permesso, che è un’autorità indiscutibile e al di sopra di tutti noi”, la replica: “Non deve chiedere scusa a me ma ai telespettatori”.

A quel punto nella discussione è intervenuta anche la padrona di casa, Veronica Gentili, che ha preso le difese di Sansonetti: “Il direttore Sansonetti comunque conosce la materia…”, ma la Ottaviani non ci sta: “Nel merito non ho sentito parlare di posizioni concrete, come ad esempio del fatto importante che Putin la soluzione diplomatica in casa sua l’ha rifiutata. questa non è la guerra dei russi ma di Putin”, un assist per Sansonetti per chiudere la querelle con una battuta: “Meno male che c’è l’ha detto, io pensavo fosse la guerra dei cecoslovacchi. decida lei chi può restare in studio”.