Ieri è arrivata la sentenza della Corte di Appello sull’alluvione di Genova del 2011, che causò 6 morti: 3 anni all’ex sindaco Marta Vincenzi, 3 anni e 4 mesi all’ex assessore Francesco Scidone e all’ex comandante della Polizia locale Gianfranco Delponte. Una pena “patteggiata”, spiega Il Secolo XIXI: lo scorso aprile la Corte di Cassazione aveva ordinato di rideterminare le pene al ribasso e così è arrivato il concordato in appello tra gli avvocati degli indagati e la Procura genovese. Ricordiamo che i tre citati, compresa l’ex prima cittadina in quota Partito Democratico, erano accusati di omicidio colposo e disastro plurimo. Condannato a 2 anni e 4 mesi Pierpaolo Cha, mentre Sandro Gambelli, ex direttore della Protezione Civile, sconterà una pena inferiore ai 2 anni, in quanto non è stata raggiunta un’intesa sul patteggiamento a 2 anni e 2 mesi. Infine, l’ex volontario della Protezione Civile Roberto Gabutti è stato condannato a sei mesi con applicazione della minima partecipazione.



ALLUVIONE GENOVA, MARTA VINCENZI CONDANNATA A 3 ANNI

Non è finita qui. Marta Vincenzi ha infatti intenzione di continuare a combattere per dimostrare la sua innocenza. L’ex sindaco di Genova ha fatto sapere di essere in disaccordo con la pena inflittale e di essere pronta a fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo: «Non sono d’accordo non tanto sul computo della pena, che sconterò assolutamente in tutto e per tutto. Ma non sono d’accordo su come è stato celebrato il processo perchè profondamente ingiusto: non c’è verità nè giustizia. Per questo ho fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo ed è stato accettato», le sue parole riportate da Il Secolo XIX.

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