Il mondo della cultura è in lutto: è morto Martin Amis. Lo scrittore è scomparso venerdì all’età di 73 anni, nella sua casa di Lake Worth, in Florida. A dare la triste notizia è stata la moglie, la scrittrice Isabel Fonseca. Amis è stato stroncato da un cancro all’esofago, la stessa malattia dell’amico Christopher Hitchens. Nemico dei cliché, polemista che andava oltre gli schemi, romanziere discontinuo ma formidabile, l’intellettuale ha offerto un contributo importante, negli anni ’80 e ’90, per ridefinire la narrativa britannica, infatti ha influenzando un’intera generazione di scrittore britannici.



Il Time lo inserì tra i 50 intellettuali più influenti del 1945. Martin Amis fu un osservatore attento del ‘900 e delle sue ferite. Nel 1973 vinse il premio Somerset Maugham col primo libro, “Il dossier Rachel”, che è il più tradizionale dei suoi romanzi. Quel libro fu poi trasformato in un film, di scarso successo, che racconta la storia di un adolescente brillante ed egoista e la relazione con la fidanzata nell’anno prima di andare all’università. Quello fu un riconoscimento per Martin Amis col quale si mise in pari col padre, che aveva ricevuto lo stesso premio per “Lucky Jim” nel 1954.



MARTIN AMIS A CANNES CON IL FILM DI GLAZER

Martin Amis con le sue opere (da “Money” a “London Fields”, passando per “L’infomazione”, “La zona d’interesse”) ha messo a nudo eccessi e assurdità della società occidentale “tardo-capitalista”, spingendo con satira e grottesco. Il libro “La zona d’interesse” ha ispirato il regista Jonathan Glazer, che ha presentato il film in queste ore al Festival di Cannes. Amis racconta la storia di un ufficiale nazista che si innamora della moglie del comandante del campo di sterminio. Il titolo prende il nome dall’espressione usata dai nazisti per descrivere l’area di 40 chilometri quadrati che circondava il campo di concentramento di Auschwitz. Non mancarono polemiche, anzi furono piuttosto feroci, tanto che alcuni editori europei si rifiutarono di pubblicarlo.



Martin Amis ha fatto infuriare anche le femministe, inoltre ha inveito contro l’Islam dopo l’attentato alle Torri gemelle, ha criticato la rivoluzione sessuale e si è scagliato contro la vecchiaia, arrivando a proporre un’eutanasia di massa per gli over ’70. La vice di Martin Amis lascia un vuoto nel panorama culturale mondiale, non solo britannico, perché la sua voce era sì disturbante, ma sempre libera, in grado di raccontare storie che non lasciavano mai indifferenti i lettori.